Il triestino Pobega e il suo primo gol in A: «Ho battuto Buffon? L’ho capito ore dopo»
«Che gioia. Spero che al Milan abbiano festeggiato...»
TRIESTE Segnare il tuo primo gol in serie A ad un portiere che ha il doppio dei tuoi anni è strano, in un certo qual modo pure bizzarro. Ma se la squadra cui fatto gol è la Juventus, e il portiere che hai battuto si chiama Gianluigi Buffon, allora cambia tutto. L’ha scelta davvero bene la sua “prima volta” Tommaso Pobega, il centrocampista triestino ex San Luigi, Triestina e Trieste Calcio, da quest’anno allo Spezia che domenica, alla sua quinta presenza nella massima serie nazionale, l’ha messo dentro. L’azione è dunque di quelle da ricordare: lo spezzino Bartolomei scatta sulla fascia destra, Pobega capisce tutto e si va a infilare in uno spazio libero in area, riceve puntualmente palla e tutto solo, di piatto destro, incrocia, infilando, grazie anche ad una leggera deviazione di Demiral, il campione del mondo di Germania 2006.
Tommaso, lei è un classe 1999. Buffon è nato nel 1978. Due generazioni a confronto. Dopo averla messa dentro ad un totem del calcio, il suo cervello che le ha detto?
Non ho realizzato subito cosa era accaduto. Tutto è successo molto velocemente, il mio tiro peraltro non è stato perfetto e la palla è entrata dentro con una deviazione. Sono rimasto sorpreso. Solo diverse ore dopo ho capito che avevo segnato,il mio primo gol in A. E perlopiù, a Gigi Buffon.
A chi dedica la sua prima rete in A?
La voglio condividere con più persone. Un po’ con la famiglia e la mia ragazza, che mi sostengono, sempre. Un po’ con il cestista Giancarlo Palombita, che l’8 novembre compirà gli anni. Ma lo dedico pure a me stesso, dopo tanto impegno e tanti sacrifici.
A parte nel match contro la Fiorentina, ha sempre trovato spazio. Contento?
Sono molto contento. Cercavo un’avventura in prestito dopo il ritiro con il Milan in una piazza dove poter trovar spazio e cimentarmi in un campionato nuovo, il migliore. Voglio fare esperienza e fare il meglio possibile. Sono qui per apprendere: giocare è fondamentale per crescere. Il suo cartellino è del Milan.
Avranno festeggiato il suo gol a Milanello?
Beh, in cuor mio spero proprio di sì. Immagino che se fosse servito a rallentare la rincorsa della Juventus, in casa rossonera avrebbero festeggiato ancora di più, ma con l’entrata in campo di Cristiano Ronaldo la partita purtroppo è davvero cambiata in favore dei nostri avversari.
Ha mica chiesto la maglia a CR7 a fine partita?
Non mi piace fare raccolta delle maglie degli avversarie: preferisco invece scambiare le maglie con qualche compagno di squadra o di nazionale.
Si aspettava un inizio così roboante dei rossoneri?
Mi aspettavo un inizio forte perché durante il ritiro avevo visto una squadra che sapeva quello che doveva fare. Poi sono arrivati dei nuovi innesti a rafforzare ulteriormente la rosa. Diciamo però che sono rimasto sorpreso davanti ad una partenza così a razzo: il percorso in Coppa e il primo posto solitario sono segnali importanti.
Un giudizio sulle sue prime cinque prestazioni in A?
Io sono sempre molto critico e quindi dico di aver dato sempre il massimo ma non di aver dimostrato tutto quello che so fare. Spero con il tempo di accumulare sicurezza ed esperienza. Il gol sicuramente mi ha rasserenato. Ma posso e devo migliorare.
Dal pregustare un campionato col Milan ad un campionato di sofferenza con lo Spezia, qual è il suo stato d’animo?
Semplice: sono contento. Quella di andare in una squadra dove poter crescere non è stata una imposizione, ma è stata una scelta mia presa d’accordo con il Milan e suggeritami anche da Patrick Bastianelli, il mio procuratore. Cercavo un ambiente dove poter lavorare. Sappiamo che ci sarà da soffrire e che l’obbiettivo salvezza non sarà facile, ma sono qui per questo.
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