Il triestino Pobega alla corte del Milan: «Pronto per giocare in A»
Contratto quinquennale per il 21enne centrocampista nato e cresciuto a Rozzol. Pioli lo ha voluto in ritiro a Milanello. Tommy: «Chance enorme, ora tocca a me»
TRIESTE “Ac Milan comunica di aver prolungato il contratto di Tommaso Pobega fino al 30 giugno del 2025”. Allora è ufficiale: il mulo piace. Dopo una splendida stagione trascorsa tra i Cadetti con il Pordenone, culminata con un quarto posto al termine della stagione regolare e la semifinale play-off persa (destino beffardo) allo stadio “Nereo Rocco”, Tommy Pobegol – grazie anche al lavoro dietro le quinte del procuratore Patrick Bastianelli – ritorna a casa. Non a Trieste (magari) ma a Milano: quella rossonera.
Stefano Pioli ha deciso di voler dar fiducia al talentuoso 21enne triestino aggregandolo nel ritiro estivo di Milanello: e se saran rose, fioriranno.
Pobega, che effetto fa tornare nella tana del Diavolo?
Gioia e orgoglio. Desideravo fortissimamente poter avere a disposizione questa opportunità. Me la vivo come una bella chance: ora starà a me dimostrare quello che so fare.
Stagione pazzesca la sua a Pordenone. Se lo aspettava?
Sono contento, sì. Ma spiace per come sia finita. A inizio anno avrei firmato per arrivare nella semifinale play-off. Per come si erano messe le cose, invece, c’è ancora rammarico.
Sette anni fa la sua prima volta in rossonero. Cosa è cambiato?
Sono cambiato io. Il primo anno con i Giovanissimi nazionali non fu affatto facile. Fisicamente ero ancora fragile, giocavo poco. Per fortuna mamma Elena e papà Giorgio mi aiutarono molto.
Si dice che lei sia quasi un figlio d’arte. Che ci dice a riguardo?
Beh, insomma (ride, ndr). Papà ha giocato per tanti anni tra i Dilettanti. Con la Muggesana e anche con il Fani Olimpia. Quando lui mi dice che è stato un calciatore lo prendo in giro bonariamente (ride di nuovo, ndr).
Che rapporto ha con Trieste?
Qui ho iniziato a giocare a calcio e ho fatto le scuole elementari, alla Aldo Padoa, e le medie alla Rismondo. Vi sono molto legato perché naturalmente ho i miei amici d’infanzia, i miei genitori e anche mio fratello.
Suo fratello è il suo primo tifoso?
È molto contento per me. Lui è più grande di 5 anni e ha sempre prediletto un altro sport: la pallacanestro. Gioca nella Servolana nel campionato di C Silver. Siamo sempre in contatto: abbiamo un bel rapporto.
C’è un giocatore a cui si ispira nel suo modo di affrontare il ruolo di centrocampista?
Diciamo che ci sono tanti giocatori che mi piacciono, ma ho avuto un unico idolo: Bastian Schweinsteiger. Il fuoriclasse del Bayern Monaco era davvero forte. Poi mi identificavo in lui anche perché era biondo, come me.
I suoi primi due anni tra i professionisti se li immaginava così?
A Terni, in C, ho avuto il battesimo e se per la squadra purtroppo non è andata bene, per me invece è stato un anno molto importante. Poi quest’anno in B al Pordenone c’è stata l’evoluzione che credo un po’tutti auspicavamo.
Ora cosa succederà?
Me la giocherò. La concorrenza è enorme ma ci tenevo ad avere questa opportunità. Di sicuro posso dire una cosa: mi sento pronto per la serie A. —
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