Il presidente della Figc Fvg: «Il vaccino ha evitato lo stop. Razzismo? Guardia alta»

Ermes Canciani: «Un successo concludere i gironi di andata. Le discriminazioni etniche? Vanno debellate dalle giovanili. Promozioni: Ufm e Juventina al top»
Marco Bisiach

GORIZIA. L’orgoglio e la soddisfazione per il lavoro di squadra, è proprio il caso di dirlo visto il tema, fatto nel convivere con l’emergenza pandemica negli ultimi mesi, ma anche il pensiero a quel che accadrà o potrebbe accadere nelle prossime settimane, sempre sul fronte della gestione del Covid, e la sfida, ferma, lanciata ad ogni forma di razzismo o discriminazione.

Con questi sentimenti e questi auspici il presidente del comitato regionale della Figc Ermes Canciani saluta il 2021 per affacciarsi al 2022.

Presidente Canciani, si sta per chiudere un anno complicato a causa dell’emergenza Covid anche per il mondo del calcio dilettantistico regionale. Che, però, almeno sin qui, ha tenuto botta.

«Rispetto ad un anno fa, grazie ai vaccini, siamo riusciti a vivere una situazione diversa, anche se le varianti non ci permettono di abbassare la guardia. Intanto però è stato un bel risultato essere riusciti a chiudere tutti i gironi d’andata, e portare a termine anche la Coppa Italia d’Eccellenza. Resto ottimista, anche se ora dovremo confrontarci con gli effetti della riapertura delle scuole: anche per questo abbiamo scelto di posticipare a inizio febbraio la ripresa dell’attività giovanile».

È stato anche l’anno della riforma dei calendari, tra perplessità e polemiche. Qual è il suo bilancio?

«Ci sono elementi positivi e meno positivi. Da un lato l’aver accorpato Seconda e Terza categoria ha dato vivacità al movimento e rispolverato molte rivalità di campanile, ma dall’altro inevitabilmente si è perso qualcosa sul piano della qualità. La struttura dei tornei è molto complessa, ma sono sicuro che una volta che le stagioni andranno a regime, aumenterà anche la competitività».

A proposito di criticità, troppe volte si è assistito ad episodi di razzismo o intolleranza, in campo o sulle tribune.

«Su questo voglio essere molto netto: dobbiamo fare un salto di qualità culturale, e a livello di comitato regionale non perdoneremo nulla, saremo sempre molto severi nel contrastare simili episodi. Dobbiamo per primi dare dei segnali e non a caso per la prima volta abbiamo deciso di far giocare la formazione della minoranza slovena all’Europeada con la divisa ufficiale della rappresentativa del Friuli Venezia Giulia, perché questo deve essere lo spirito. Ma c’è una riflessione più profonda da fare. In moltissimi casi insulti razzisti o comportamenti discriminatori purtroppo si verificano durante o a margine di partite giovanili. Questo vuol dire che i nostri ragazzi non crescono nel modo giusto, in un ambiente giusto. Su questo tutta la nostra società, e non solo nel mondo del calcio, deve impegnarsi e lavorare».

Venendo a pensieri e ricordi positivi, una delle soddisfazioni del 2021 è stata la splendida finale di Coppa al “Teghil” di Lignano…

«Vero, e mi preme ringraziare il Tamai, perché originariamente si doveva giocare sul loro campo, ma poi abbiamo optato per questa soluzione. La partita è stata meravigliosa, in una cornice da Serie B: un evento da ricordare».

Ne è uscita ko la Pro Gorizia. Secondo lei potrà rifarsi in campionato, o Torviscosa, Chions e Brian Lignano sono più forti?

«Non c’è dubbio che la Pro Gorizia se la possa giocare fino in fondo con le altre quattro o cinque squadre che stanno facendo benissimo ai vertici dei due gironi. Anche nella finale di Lignano ha dimostrato di poter vincere, poi ha pagato alcune situazioni, ma è una squadra attrezzata figlia di una società di livello, ambiziosa e organizzata».

Anche nel girone B di Promozione le formazioni isontine sono assolute protagoniste.

«Il duello tra Juventina e Ufm è entusiasmante, e non mi stupire se si decidesse proprio all’ultima giornata. Certo, ci sono anche altre squadre che possono dire la loro, dalla Forum Iulii in giù, ma mi sembra di poter dire che i goriziani e i monfalconesi abbiano qualcosa in più. E mai come in questo caso vale il detto “che vinca il migliore”».

Dentro o fuori dal campo, allora, qual è il suo augurio per il 2022?

«Semplice, quello che penso si augurino tutti. Ovvero che si possa uscire prima possibile da questa pandemia e questa situazione di incertezza. Dobbiamo essere bravi a rispettare le regole, aspettare che questo nemico invisibile ci abbandoni e lavorare per ridare ai nostri ragazzi la speranza di un futuro nuovamente normale». —


 

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