Il padre: «Non è giusto» Lo choc di Dani Pedrosa

SEPANG
«Non è giusto» ha mormorato Paolo Simoncelli, il papà di Marco. «Non è giusto». A casa, la vita sarà dura, da ricominciare.
La morte del ragazzo di Coriano ha colpito il paddock in maniera fortissima. Un dolore così vero, che ciascuno lo sta affrontando con grande pudore. Ognuno, con le proprie silenziose ragioni per soffrire.
Carlo Pernat, manager di Marco, prevede: «E' una morte che convincerà molti a rinunciare. Io, per primo».
«Ciò che è successo mi destabilizza» ha mormorato Andrea Dovizioso. «L'ho visto cadere tante volte, da pensare che fosse invulnerabile».
«Ho incontrato suo padre» ha raccontato Dani Pedrosa, visibilmente scosso. «Sono riuscito a fare una cosa soltanto: abbracciarlo». «Pensavo di celebrare con lui la prima vittoria» è il pensiero di Nakamoto, big boss di HRC. «Lo ringrazio di tutto ciò che mi ha dato». Si unisce al coro del cordoglio il campione del mondo Casey Stoner: «Mi ricorda quanto preziosa sia la vita». Sconvolto anche Hector Barbera: «Lo ricorderò come l'avversario di tante formidabili battaglie».
Il team Gresini, per il quale Simoncelli correva, ha diffuso un comunicato con solo una grande foto di Marco, un asciugamano a coprirgli la testa, e la luce del solito sorriso sempre pronto ad aprirsi. Non è la prima tragedia che si abbatte su questa squadra: nel 2003, a Suzuka, Fausto Gresini aveva perso Daijiro Kato, destinato, proprio come Marco, ad una grande carriera.
Nel 1980, due altri piloti (nulla a che vedere, però, con il Team di Gresini) sono morti nello stesso modo di Simoncelli. A Silverstone, Michel Rougerie ha investito Patrick Pons, così come ieri Edwards ha travolto Simoncelli. In quella stessa terribile estate, a Fiume, in Yugoslavia, Rougerie è rimasto a sua volta ucciso travolto da Sibille.
Un incidente molto simile è quasi costato la vita a Franco Uncini, colpito alla testa dalle ruote di Gardner. Anche quella volta, come ieri per Marco Simoncelli, il casco era volato via. Ma Franco Uncini è sopravvissuto e ieri era, come rappresentate dei piloti, nel gruppetto dei cinque uomini che si sono presentati alla stampa a riferire sugli ultimi minuti di Marco. (n.b.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo