Il mondo dello sport di ieri e di oggi a Gorizia per l’ultimo saluto al Paròn Tonino Zorzi
Gremita la chiesa del Sacro Cuore per i funerali del leggendario allenatore goriziano

GORIZIA Quando, qualche anno fa, in occasione del suo 85mo compleanno, gli chiedemmo quale sarebbe stato il regalo più gradito, non esitò nel rispondere che gli sarebbe piaciuto trovare un modo per aiutare la pallacanestro. Una volta ancora, verrebbe da dire.
Pensava soprattutto ai giovani il coach, il Paròn, Tonino Zorzi, che è stato fuoriclasse da giocatore e leggenda da allenatore, ma che nel profondo dell’anima è stato in primis un ineguagliabile insegnante di sport e di vita.

Non è un caso allora che proprio così, con quest’immagine, Zorzi sia stato ricordato nel momento dell’addio, quello dei funerali ai quali un caldo insopportabile non ha impedito di riempire la chiesa del Sacro Cuore, nella sua Gorizia.
C’erano tanti cittadini (con qualche anno e qualche capello bianco in più, soprattutto) e c’era il mondo dello sport accanto a quello delle istituzioni.
Nei primi banchi della chiesa, subito dietro ai famigliari circondati da un affetto sincero da parte di amici e sconosciuti in egual misura, si sono visti ad esempio il sindaco Rodolfo Ziberna con la fascia tricolore, il prefetto Raffaele Ricciardi, Marco Braida delegato a rappresentare il Coni regionale. C’era il presidente regionale della Fip Giovanni Adami (“Tutti gli allenatori devono qualcosa a Zorzi. Quello che ci lascia è un patrimonio che dobbiamo essere bravi a conservare e valorizzare, e oggi a salutare un grande sono tutta la regione e tutta l’Italia, cestistica e non”, le sue parole al termine della cerimonia) e c’erano soprattutto tanti uomini di basket, di ieri e di oggi.

Si sono visti Granfranco Pozzecco, papà del ct della nazionale che proprio nelle stesse ore esordiva al mondiale di Manila contro Angola – e chissà quali consigli avrebbe dato il Paròn al Poz -, ma anche Michele Mian e Paolo Bosini, Alberto Ardessi, Roberto Fazzi, Andrea Pecile, Roberto Premier, Amedeo Rigo e Giovanni Grattoni, per citarne alcuni.
E poi i vertici dell’Unione ginnastica goriziana, con la presidente Elisa Hoban e il labaro dello storico sodalizio. Ancora, chi è arrivato da fuori regione. Ecco Frank Vitucci, allenatore del Treviso Basket che fu assistente del Paròn, e la delegazione veneziana, nutrita e commossa. Sono arrivati a rendere omaggio a Zorzi il presidente della Reyer Venezia Federico Casarin, con il direttore sportivo Mauro Sartori, e anche la tifoseria veneta è stata presenza discreta e forte assieme.

Gino, Federico e Alberto, rappresentanti dello storico gruppo dei Panthers, hanno assistito alle esequie con la maglietta granata e oro, dopo aver depositato sulla bara in legno chiaro e ornata di rose bianche e girasoli una sciarpa della Reyer, con i versi del coro che immancabile accompagnava la squadra sempre, anche ai tempi belli di coach Zorzi. “Tonino è stato il basket a Venezia, un’istituzione, non potevamo mancare – le loro parole -. Zorzi rappresenta anche un ricordo della nostra giovinezza, di tanti momenti belli che la pallacanestro ci ha regalato”.
Quei momenti, accanto agli insegnamenti di una vita, che il celebrante ha chiesto di conservare e portare con sé a tutti i presenti, a partire dal figlio Maurizio e dal resto della famiglia Zorzi.
Con un sorriso grato, lo stesso sul volto del Paròn nella bella fotografia posta all’ingresso del Sacro Cuore, dietro ad un libro stracolmo di firme. Come carezze, lacrime e abbracci, nelle vittorie e nelle sconfitte. Sì, il Paròn vivrà sempre nel cuore di chi ama lo sport che lui ha adorato e onorato.
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