Il mercato si chiude senza botti, l’affare è Zaza Ma il personaggio è Marchisio: addio alla Juve

IL BILANCIOMILANOLa caccia ai colpi last minute si conclude senza botti. Mercato già chiuso per tutte le big, che si sono limitate ad alcuni affari minori in uscita. Finisce così che a fare notizia...
Claudio Marchisio si toglie la maglia della Juventus
Claudio Marchisio si toglie la maglia della Juventus

IL BILANCIO

MILANO

La caccia ai colpi last minute si conclude senza botti. Mercato già chiuso per tutte le big, che si sono limitate ad alcuni affari minori in uscita. Finisce così che a fare notizia più che un arrivo è una partenza, quella di Marchisio.

Protagonista dell'ultima giornata è stato così il Torino, che ha chiuso per Zaza (prestito con obbligo di riscatto dal Valencia), Djidji (prestito dal Nantes) e Soriano (prestito oneroso con diritto di riscatto dal Villarreal), dopo aver ceduto Acquah all'Empoli (che ha preso Salih Ucan dal Fenerbahce).

Tra le big, il Milan ha ufficializzato gli arrivi di Laxalt dal Genoa e Castillejo dal Villarreal, salutando invece Vergara (Cagliari, poi girato in prestito all'Olbia), Gabriel (Perugia), Bacca (Villarreal) e Lapadula (Genoa). In casa Inter, aspettando novità sul fronte Joao Mario (cedibile all'estero fino al 31 agosto), ceduti in prestito i giovani Emmers (Cremonese) e Pinamonti (Frosinone), mentre Karamoh rimarrà in nerazzurro dopo aver rifiutato le avances del Parma. Il Napoli ha chiuso invece per il terzo portiere della sessione estiva, con Ospina (prestito dall'Arsenal) che si aggiunge a Karnezis e Meret. Lascia i partenopei invece il difensore Tonelli, in prestito con diritto di riscatto alla Sampdoria: i doriani hanno anche chiuso in prestito per Saponara dalla Fiorentina.

L'ultima giornata ha regalato sorprese soprattutto in provincia. Gervinho torna in Italia, al Parma, dopo l'esperienza in Cina, mentre il Frosinone, oltre a Pinamonti, Cassata (Sassuolo), Ardaiz (Chiasso) e Capuano (Crotone) si è assicurato il costaricano Campbell dall'Arsenal. Figlio d'arte per il Chievo, che ha ufficializzato l'arrivo di Mauro Burruchaga, figlio di Jorge, campione del mondo con l'Argentina nel 1986. Negli ultimi minuti il Cagliari ha trovato l'accordo con il Liverpool per Ragnar Klavan, mentre la Spal ha preso Missiroli dal Sassuolo. L'Udinese infine ha portato in Italia il difensore Ekong (Bursaspor), protagonista con la Nigeria agli ultimi Mondiali, e ha ingaggiato il centrocampista D’Alessandro dall’Atalanta e l’attaccante polacco Teodorczyk.

Mentre si consumava l’ultimo giorno di mercato, la storia infinita di Claudio Marchisio alla Juventus è arrivata all'ultima pagina. Dopo 25 anni e 389 presenze il “Principino”, sveste la maglia a strisce «che l'ha fatto crescere come uomo e come giocatore». Rescissione consensuale del contratto. Per il centrocampista, in bianconero da quando era un bimbo di 7 anni, con l'unica parentesi del prestito all'Empoli nel 2007/2008, è arrivato il momento di tentare un'altra avventura, molto probabilmente lontano dall'Italia, magari in Canada. Una decisione sofferta, ma ponderata nelle ultime settimane. Ci sarebbe stato poco spazio nella “sua Juve” targata CR7.

Uomo-chiave nel centrocampo con Vidal e Pirlo, Marchisio ha faticato a recuperare negli ultimi anni dopo il grave infortunio al ginocchio sinistro: rottura del crociato, il 17 aprile del 2016 in un banale contrasto in Juve-Palermo. Ma è stato quasi sicuramente l'infortunio di un anno prima all'altro ginocchio, emerso a fine marzo 2015 durante un raduno della Nazionale a Coverciano, a fare declinare il suo astro. Un infortunio al centro di un giallo, con polemiche tra il club bianconero e lo staff medico azzurro, con diagnosi e controdiagnosi.

Di fatto da quel giorno il “Principino” - soprannominato così perché da giovanissimo si presentava nello spogliatoio indossando giacca e mocassini - non ha più trovato la condizione ottimale. «Mille pensieri e mille immagini mi hanno accompagnato per tutta la notte - ha scritto ieri - Amo questa maglia al punto che, nonostante tutto, sono convinto che il bene della squadra venga prima. Sempre. In una giornata dura come questa, mi aggrappo forte a questo principio». —

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