Il debutto europeo delle calciatrici con il velo FOTO/VIDEO

TRIESTE. Qualche volta la storia nasce da un episodio apparentemente piccolo. Una partita di un torneo di calcio giovanile. Due rappresentative di ragazze di neanche 16 anni. Un martedì freddo e grigio di fine aprile, in uno stadio di provincia. Lontano dal clamore, lontano dal grande pubblico.
Eppure qualcosa resterà dell’Iran-Stati Uniti a Monfalcone, seconda giornata del Torneo delle Nazioni gradiscano. La prima partita mai disputata in Europa delle ragazze iraniane. E per giunta contro gli Usa. Football, anzi soccer, e disgelo. Uno spicchio di storia, appunto.
Undici ragazze in campo con il capo coperto dall’hijab, le gambe protette dalla calzamaglia e le braccia nascoste dalla divisa a maniche lunghe. Nessuno, nell’organizzazione del Torneo delle Nazioni, ha avuto di che obiettare.
«Siamo felici di poterle ospitare secondo i loro costumi». Non sempre è stato così, quando la Nazionale iraniana ha giocato in Paesi asiatici. La Federazione internazionale aveva imposto la condivisione delle regole. Vietato ogni simbolo politico e religioso. Le calciatrici persiane per non vedersi escluse dovettero accettare di coprirsi il capo con un cappellino. Un caso poi risoltosi.
L'incontro, nonostante l'impegno della rappresentativa persiana, si è concluso con il netto successo delle statunitensi per 6-0. Ma stavolta i contenuti agonistici vanno messi in secondo piano.
Le iraniane hanno poi disputato mercoledì 27 il match contro l'Italia. Si giocava allo stadio Bearzot di Gorizia. Le azzurre hanno vinto 2-0 (gol di Coda e Baldi). Anche in questo caso abbracci e applausi per tutte.
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