Il baby talento Pampanin dopo il titolo italiano punta dritto ai tornei Atp
TRIESTE . Non si è certo montato la testa dopo il titolo italiano under 16 conquistato a settembre dell’anno scorso: Pietro Pampanin ha le idee molto chiare ed è particolarmente determinato. Il direttore tecnico del Tc Triestino Gabrio Azzopardo ha un legame particolare con Pietro: «L’ho visto iniziare a giocare e crescere anno dopo anno sempre qui con noi, è veramente un bravo ragazzo, un talento che può fare tanta strada perché è molto serio, senza grilli per la testa, oltre ad avere un gran talento».
«Il 2019 per me è stato un anno di svolta, ho cambiato allenatore e Jaka (Bozic n.d.r.) è riuscito a farmi cambiare mentalità – esordisce il giovane atleta triestino al termine di uno die primi allenamenti post-lockdown con il coach sloveno – ed acquisire quella vincente e poi mi ha fatto capire cosa vuol dire diventare un giocatore professionista perché voglio che il tennis diventi un lavoro, il mio lavoro». «Lo so che la strada è ancora lunga – continua “Pampa” – e devo riuscire a far crescere la mia personalità e così crescerà certamente anche il mio tennis. Il Campionato italiano vinto ad Arezzo ha rappresentato un’emozione grandissima e non è stata che la conferma del lavoro fatto da gennaio a settembre dell’anno scorso. In quella straordinaria settimana ho compiuto un ulteriore salto riuscendo ad alzare l’asticella del mio livello tennistico grazie alla crescita mentale».
«Sempre accompagnato da Jaka ho cercato di raggranellare punti nel ranking juniores disputando alcuni tornei Itf: ho raggiunto una semifinale in Egitto e due in Turchia ed ora sono attorno alla posizione 600 nella classifica mondiale under 18 ma mi sono mancati – aggiunge Pietro con un’espressione un po’ delusa – quei 4-5 tornei importanti che in primavera si giocano in Italia tutti grado 1 o 2 che potevano consentirmi di raggranellare parecchi punti per scalare importanti posizioni. L’obiettivo stagionale era quello di entrare nei top-200 junior per poter prendere parte all’ultimo Slam della stagione, gli Us Open». «A febbraio ero stato a Tirrenia, accompagnato da Paolo Surian, mi sono allenato con Matteo Donati sotto la supervisione di Giancarlo Palumbo e Filippo Volandri – racconta Pampanin con un pizzico d’orgoglio – poi al rientro a Trieste è arrivato il lockdown. Nel primo mese mi sono potuto allenare con Giacomo Dambrosi, visto che entrambi eravamo autorizzati a farlo in quanto atleti d’interesse nazionale, poi sono stato due settimane a secco di tennis ma ho curato la preparazione fisica grazie al mio preparatore atletico Luca Bossi (lo stesso che fa correre la Triestina Calcio n.d.r.) con allenamenti specifici pesanti. Dal 4 maggio sono tornato finalmente in campo con Bozic e abbiamo iniziato a fare un lavoro specifico sul servizio, che è sicuramente il colpo che devo migliorare maggiormente, e sui cambi di ritmo; un lavoro in due in campo che sicuramente mi farà crescere. Il mio fondamentale migliore? Qui Jaka ed io siamo in perfetta sintonia, è sicuramente il diritto». «Speriamo di poter ricominciare l’attività internazionale tra un mese – afferma speranzoso il Campione italiano – auspico vengano recuperati tutti o quasi i tornei importanti juniores . Oltre all’attività juniores, come ho già fatto a gennaio in Croazia, giocherò qualche torneo professionistico Itf e, perché no, se si dovesse disputare il Città di Trieste Challenger mi piacerebbe esordire sui campi di casa nel circuito Atp».
Sicuramente un test severo ma una tappa obbligata per chi, come “Pampa”, ha le idee chiare nel voler diventare un professionista e scalare i ranking mondiale, prima juniores e poi quello assoluto. —
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