Idea disalberato alla festa sulle Rive
Il velaio Demartis: «Per un danno di questo tipo, due settimane per le riparazioni»
TRIESTE
Idea il giorno dopo. Il giorno in cui l'armatore, Eleuterio Schippa, il project manager, Andrea Pergola, e il timoniere, Gabriele Benussi, hanno annunciato che lo scafo che mercoledì ha disalberato a Punta Grossa, a causa di un cedimento strutturale, non regaterà in Barcolana. Non c'è il tempo materiale per riparare lo scafo o per trovare un albero adeguato a questo tipo di barca. Non ce ne sono in Adriatico di già pronti, e anche se fosse stato possibile trovarlo non ci sarebbe il tempo per farlo arrivare e armare la barca, dopo che mercoledì l'equipaggio era stato costretto a segare tutti i tondini e le sartie per liberare la barca dai tronconi e dalle vele cadute in mare.
«Siamo molto avviliti - ha dichiarato il project manager della x-treme Andrea Pergola - abbiamo lavorato tutti e con grande entusiasmo. Purtroppo è andata così, e non possiamo porre alcun rimedio». Ma il team non rinuncia, comunque, a essere parte della festa: mercoledì sera è stato deciso che la barca, con un adeguato «cappuccio» al moncone di albero, verrà comunque ormeggiata lungo le Rive, e un grande striscione ringrazierà sponsor e amici del sostegno: da mercoledì sera, infatti, i telefoni dei protagonisti di questa triste avventura non hanno fatto che suonare e sono arrivati numerosi messaggi di solidarietà ai velisti «disalberati».
Di necessità virtù, anche per ringraziare gli sponsor del sostegno, il team sarà comunque presente fino a domenica lungo le Rive in un gazebo all'interno del Villaggio Barcolana, dove verranno trasmesse su un plasma le immagini del disalberamento: durante il triste evento, infatti, ben due fotografi e un operatore erano presenti o direttamente in barca o su un gommone d'appoggio, e le immagini verranno così riproposte al pubblico: «È solo un modo per essere presenti - ha detto ancora Pergola - e soprattutto per raccontare a tutta Trieste il nostro entusiasmo e la voglia che avevamo di far parte di questa sfida».
Un gruppo di velisti triestini, capitanati da Gabriele Benussi, e un gruppo di sponsor locali avevano lavorato in queste settimane per trasferire la barca, che appartiene al trevisano Eleuterio Schippa da Brindisi a Trieste, e per rendere quella di Idea la sfida triestina in barcolana: «Sapevamo di non poter vincere - dice ancora Pergola - ma obiettivamente speravamo in un terzo posto. Ora dobbiamo fare gli spettatori, e siamo davvero dispiaciuti e ammareggiati». Le immagini, davvero toccanti, del video di quanto avvenuto potrebbero entrare di diritto nel «crash show» della vela, un particolare calendario, e video prodotto a livello internazionale nel mondo della vela, che raccoglie proprio i disastri velici (senza conseguenze per le persone) più spettacolari che si registrano ogni anno. Non che la cosa sia, per l'equipaggio, di consolazione ma alcuni dei più esperti velai e addetti alle riparazioni, anche lampo, di barche a vela concordano sull'impossibilità di sostituire l'albero di Idea mettendo a punto lo scafo in tempo per domenica.
«Per un danno di questo tipo c'è bisogno di almeno due settimane di tempo per completare la riparazione - questa l'opinione di Claudio Demartis, velaio della Olimpic Sails - nè su Idea nè su altre imbarcazioni sarebbe possibile realizzare l'intervento in tre giorni». Un concetto sul quale concorda anche Claudio Gardossi, velista e artigiano costruttore di barche che viene spesso interpellato quando per riparazioni da effettuare a tempo di record: «In meno di dieci giorni non è possibile realizzare un intervento serio anche in considerazione dei complessi carichi che quel tipo di albero deve sostenere».
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