Godeas: se segno all'Unione esultanza a metà

Come si prepara al derby il bomber dell'Ufm e gloria della Triestina
Denis Godeas durante il derby dell'andata
Denis Godeas durante il derby dell'andata

MONFALCONE Rivali per novanta minuti, nemici mai. Anche se c'e di mezzo una grossa fetta di salvezza. Pur avendo lo stemma dell'Ufm cucito sulla casacca biancazzurra, è risaputo che Denis Godeas ha l'alabarda nel cuore: una domenica da avversario calcando l'erbetta del "Rocco" laddove è stato protagonista di innumerevoli sfide - osannato - indossando la "novantanove" per tante stagioni non può essere uguale a tutte le altre. «E' evidente che sia una partita speciale, con la Triestina avrò collezionato una decina di annate, spezzettate: dai Giovanissimi alla Prima squadra dalla cadetteria a questa Serie D, impossibile dimenticare un solo attimo di queste esperienze. E quando ne ho avuto la possibilità, come contro il Belluno, ho seguito i biancorossi dalla Curva Furlan. Conosco personalmente molti tifosi, alla fine del derby, qualunque sia il risultato, sarà bello salutare i supporters di casa, stringere le loro mani come nulla sia accaduto perchè mi sento uno di loro: durante la partita, però, darò il massimo per l'Ufm come è giusto che sia».
In caso di gol, come all'andata, come la mettiamo con l'esultanza?
«Non è che abbia mai festeggiato a dismisura, se dovessi andare a segno non è che rimarrei impassibile perchè sarebbe un torto ai sostenitori monfalconesi e nello stesso tempo non sarei capace di sfogare la mia gioia in maniera esasperata nel rispetto della gente della "Furlan". Ero già arrivato da ex con Messina e Bari, ma l'attaccamento nel mondo professionistico è diverso. All'andata non era la vera "Triestina", quella che spero stia rinascendo". Che accoglienza si attende, qualche fischio va messo in preventivo? "Da avversario lo metto in conto, è giusto che sia così. Ho le spalle grosse».
La sfida sugli spalti, là non c'è confronto...
«A Monfalcone si respira l'aria pulita del calcio: un tifo goliardico, caloroso, è un piacere vedere la passione che hanno e sono sicuro che anche a Trieste verranno in molti. Encomiabili. Sono due tifoserie che rappresentano un territorio, vogliono l'impegno e l'attaccamento prima di tutto».
Moltissimi ex con il dente più o meno avvelenato (Zubin, Mattielig e Battaglini i più freschi, Godeas e Contento i più coinvolti emotivamente), molti triestini doc (Miraglia o l'altro ex Zetto), come la state vivendo in spogliatoio?
«Se solo la metà degli ex di turno segnasse un gol, ci sarebbe un punteggio tennistico. Scherzi a parte - riprende seriamente Godeas - sappiamo che la pressione è tutta per loro, vuoi per la classifica, vuoi per uno stadio finalmente pieno al quale i giovani non saranno abituati: se tutto fila per il verso giusto, almeno inizialmente, potranno galvanizzarsi strada facendo, altrimenti finirebbero paradossalmente col soffrire il "contorno". Credo che i compagni stiano vivendo l'attesa con la necessaria serenità, con la voglia di ben figurare".
Inutile chiederle un pronostico per questo incontro, relativamente alla salvezza, invece?
«Lo ritengo particolarmente complicato, firmerei per una doppia salvezza di Ufm e Triestina all'ultimo secondo. L'Ufm ha fatto trenta e ora deve fare trentuno, se penso che all'andata eravamo con un piede nel baratro e rivivo un girone di ritorno spaziale, posso dire che abbiamo fatto qualcosa di importante. Adesso dobbiamo completare l'opera giacchè abbiamo buttato al vento troppe chances con le dirette concorrenti, non possiamo più appellarci alle disgrazie altrui ma dipende unicamente dalla nostra volontà».
 

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