Giulio Giovanella: «Uniti e motivati per l’America’s Cup Luna Rossa ci crede»

Il triestino responsabile della logistica del team è tornato a Auckland: «La base è operativa a pieno regime»
Il triestino Giulio Giovanella è responsabile della logistica del Luna Rossa Prada Pirelli Team
Il triestino Giulio Giovanella è responsabile della logistica del Luna Rossa Prada Pirelli Team

TRIESTE Anche un viaggio di mille leghe comincia con un passo» recita un proverbio giapponese e quel passo Giulio Giovanella, classe 1982, l’ha iniziato più di dieci anni fa quando in Nuova Zelanda ha esordito con Luna Rossa alle Pacific Series e oggi si trova nuovamente ad Auckland con il ruolo di responsabile della logistica del Luna Rossa Prada Pirelli Team, impegnato nella rincorsa alla 36a America’s Cup presented by Prada. Ne è passato di tempo da quando Giovanella, passato da agonista all Stv, ha deciso di intraprendere la carriera di prodiere di barche d’altura, che lo ha portato alla Coppa America del 2007 a bordo di Mascalzone Latino, sindacato per il quale era anche responsabile della sail vision. L’anno successivo Giulio entra nell’orbita di Luna Rossa e da quel giorno non ha più smesso la casacca del team. Membro stabile degli equipaggi che si sono ruotati sui monoscafi, Giovanella dal 2014 è passato allo shore team, ma il richiamo del mare lo ha portato a non lasciare le regate. «Indubbiamente una delle esperienze più belle degli ultimi anni è stato regatare su Nyala, il 12 m S.I. di Patrizio Bertelli, insieme a grandissimi velisti di ieri e di oggi, vincendo due titoli mondiali nel 2014 e nel 2018» confessa Giovanella.

L’America’s Cup del passato e quella del presente insomma, visto che la classe 12 m S.I. è stata utilizzata per correre la Coppa fino al 1987, mentre oggi le sfide non sono solo in acqua. A marzo 2020 Giulio è stato incaricato di seguire la costruzione della base del Luna Rossa Prada Pirelli Team a Auckland, come responsabile della logistica per creare la base. «Abbiamo effettuato un trasloco transoceanico in piena pandemia», afferma Giovanella con il giusto orgoglio di chi ha portato a casa un’impresa: «Abbiamo dovuto affrontare molti problemi e rallentamenti - continua -, ma oggi la nostra base è operativa a pieno regime. Certo ci ha aiutato l’esperienza maturata in questi anni di campagne di Coppa America e la buona conoscenza di un luogo come Auckland, ma lavorare a distanza non è mai semplice». In un anno così atipico, costellato di regate saltate e slittamenti di calendario Giulio è stato tra i primissimi del team a mettere piede in Nuova Zelanda, a luglio. «Dopo due settimane di quarantena strettissima avevamo voglia di iniziare a lavorare, ma abbiamo dovuto rallentare i lavori per il lockdown in agosto», ricorda Giovanella. «È stata una conquista ricevere e sdoganare in tempo i materiali spediti via mare a giugno dall’Italia e arrivati a destinazione ad agosto, ma il nostro obiettivo principale era quello di essere pienamente operativi il 4 ottobre quando è atterrato l’Antonov che ha portato la seconda barca con la quale abbiamo corso i match race di dicembre e ora affronteremo la Prada Cup, ossia le regate di selezione per decretare il team che sfiderà i neozelandesi in Coppa America».

In questo periodo Giulio rimane stabilmente ad Auckland, che definisce «il miglior posto dove essere in questo momento, perché il governo ha attuato una politica molto stretta di ingresso nel paese – facilitato indubbiamente dal fatto di essere un’isola – tanto da rendere la Nuova Zelanda Covid free». Ma, forte della sua quarta Coppa America, che differenze vede tra le edizioni passate e quella in arrivo? «Anche in questo caso siamo fortunati - risponde Giovanella -, la Coppa sarà uno dei primi eventi sportivi internazionali che si disputeranno. Certo non sarà possibile avere un pubblico di oltreoceano a causa degli ingressi limitati, ma in Nuova Zelanda la vela è uno degli sport più amati e praticati. L’interesse e il calore che sentiamo non ci fa venire nostalgia del passato». Si pensa già a organizzare il rientro? «Non stiamo lavorando ai dettagli, ma a breve cominceremo a pianificare. Il mio ritorno in Italia è previsto a fine marzo: ho aperto la base, ma non sarò l’ultimo a chiuderla» risponde sorridendo Giulio. Pronostici per quest’avventura di Luna Rossa? «Il team è compatto, lo spirito è alto e sappiamo qual è il nostro obiettivo» riassume sintetico, ma speriamo conti scaramanticamente quella spettacolare luna rossa che è apparsa nel cielo di Auckland a Capodanno.

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