Giro, caccia al tifoso "folle" dello Zoncolan

Cainero presenta la denuncia in Questura verso l'uomo che con la maglia iridata ha fermato Bongiorno
Il momento dell'episodio incrimato sullo Zoncolan
Il momento dell'episodio incrimato sullo Zoncolan

TRIESTE Finora quella parola strana l’avevamo sentita accostare solamente a partite di calcio. Daspo, acronimo di “Divieto di assistere a spettacoli sportivi”. Non bello, ma almeno facile da ricordare, guadagnandosi la benedizione dei titolisti dei giornali. Negli ultimi anni il Daspo è stato inflitto a centinaia di tifosi negli stadi italiani.

Da ieri rischia invece di vedersi interdire pedalate ed altri eventi agonistici anche un appassionato di ciclismo. Nel mirino è finito naturalmente lui, il giovanotto che sabato scorso sullo Zoncolan, a circa tre chilometri dalla conclusione della tappa del Giro d’Italia, ha assestato una spinta a Francesco Manuel Bongiorno facendolo sbandare e obbligandolo a mettere piede a terra mentre il suo compagno di fuga, lo smaliziato australiano Michael Rogers, si involava verso il più prestigioso successo parziale dell’edizione 2014.

Un’immagine che ha fatto il giro del mondo. Legittima la reazione furiosa di Bongiorno, emergente scalatore calabrese che stava vivendo la sua migliore giornata da “pro”, comprensibile l’arrabbiatura del suo team, la Bardiani. Furente - e ricorriamo a un blando eufemismo - l’organizzatore della tappa dello Zoncolan, Enzo Cainero. A caldo, conclusa la tappa che aveva visto il povero Bongiorno terzo preceduto anche dal risorto Pellizotti, Cainero era sbottato invocando un provvedimento come il Daspo per lo pseudotifoso. Sembrava uno sfogo dettato dall’amarezza. Ieri mattina invece Cainero si è presentato alla Questura di Udine con sottobraccio i filmati relativi alla spinta subìta da Bongiorno.

«L’avevo annunciato e non c’era motivo per il quale mi rimangiassi quel proposito - spiega - Dobbiamo cominciare a dare un segnale a questi “tifosi”. Provate a pensare cosa sarebbe successe se anziché Bongiorno fosse stato coinvolto Quintana. Con quell’idiozia si sarebbe falsato il risultato del Giro d’Italia...Quel tipo ha mancato di rispetto ai veri appassionati, a chi ama il ciclismo». La Questura udinese in una nota informa che personale specializzato della Digos sta già lavorando per riuscire a dare un nome allo pseudotifoso. Nelle immagini si vede un tipo con una maglietta da campione del mondo del team Lampre. Poca roba per identificarlo: di magliette così, in onore dell’iridato Manuel Rui Costa, ne sono state realizzate molte. Ma potrebbe anche essere un ricordo dell’ormai sbiadito iride di Ballan...Un appassionato fa incetta di divise dei vari team, indossarne una piuttosto di un’altra significa niente. Non si fa nemmeno troppo notare: nell’ascesa verso lo Zoncolan le telecamere hanno mostrato presenze decisamente più appariscenti come uno nudo come un verme, un altro in abito da sposa e l’immancabile “Diavolo” che vent’anni fa faceva colpo e ormai fa quasi tenerezza con la sua barba canuta e il forcone di plastica. Più utili del particolare della maglia, semmai, potrebbero rivelarsi le eventuali segnalazioni da parte di chi si trovava nei pressi e ha assistito alla scena.

Pare ci sia già un piccolo indizio. Se verrà identificato, l’uomo della spinta a Bongiorno si vedrà comminare una sanzione amministrativa per turbativa di manifestazione sportiva. Il Daspo sarebbe il passo successivo. A quel punto non potrebbe più assistere a spettacoli sportivi per un pezzo. Visto il fitto calendario di corse ciclistiche a tutti i livelli sulle strade italiane, resta tuttavia la curiosità su come potrebbe avvenire l’eventuale messa al bando. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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