Gestione stadio di via Boito: Triestina riammessa alla gara

Il Comune di Monfalcone ci ripensa e accoglie l’istanza alabardata “con riserva”. Milanese: «Adesso possiamo giocarcela alla pari con gli altri concorrenti»
Lasorte Trieste 19/09/16 - Triestina, Conferenza Stampa Biasin, Milanese
Lasorte Trieste 19/09/16 - Triestina, Conferenza Stampa Biasin, Milanese

TRIESTE La disputa legale tra la Triestina calcio e il Comune di Monfalcone relativa al bando sulla gestione dello stadio comunale di via Boito registra un primo colpo in favore della società alabardata. L’Unione è stata riammessa “con riserva” alla gara dalla quale era stata esclusa. A una settimana dall’affidamento del ricorso allo Studio Legale Tonucci&Partners nelle persone degli avvocati Pasquale Silvestro, Alberto Fantini, Michele Grisafi e Luca Spaziani, dunque l’amministrazione della città dei cantieri riapre i giochi.

La Triestina dà battaglia legale al Comune di Monfalcone
Mauro Milanese e Mario Biasin


«Usando le parole di qualcun altro, adesso possiamo giocarcela alla pari con gli altri concorrenti e, nel caso, perdere ma con dignità e rispetto della verità» è la reazione a caldo dell’amministratore unico Mauro Milanese.

La motivazione è affidata dal Comune bisiaco a un comunicato: «Preso atto che è pervenuta il 21 luglio una Pec da parte del soggetto escluso con la quale invitava la stazione appaltante a intervenire in autotutela al fine di permettere la dimostrazione del proprio diritto alla partecipazione alla procedura in oggetto. In via prudenziale e nel rispetto del favor volto alla massima partecipazione alla gara, la commissione giudicante ha ritenuto di riammetterlo con riserva di verifica con richiesta di ulteriori chiarimenti e documenti».

Triestina contro il Comune di Monfalcone


Quindi, in base alla “Determina” pubblicata venerdì sera, non si tratta di una riammissione tout court, ma di un supplemento di indagine. Vero è che la Triestina, a difesa dei suoi interessi e soprattutto della sua reputazione e immagine, ha articolato la sua azione in tre direzioni: l’autotutela con riammissione, la richiesta di sospensione della gara e il risarcimento danni. Per ora la prima istanza è stata accolta e già domani si svolgerà una riunione a distanza tra i soggetti coinvolti (oltre al Comune e alla Triestina, Ufm e Aris San Polo) per i chiarimenti richiesti.

«La reazione è stata forte e determinata - ha spiegato Milanese - perché, dopo essere stati invitati alla partecipazione dalla stessa amministrazione, siamo stati esclusi adducendo motivazioni che non corrispondono a verità e che hanno leso la nostra onorabilità. Peraltro noi non vogliamo togliere spazi alle altre società ».

L’Unione ha un interesse strategico di penetrazione e collaborazione in un’area nella quale ha già stretto legami con molte società calcistiche. Per il Comune di Monfalcone uno dei motivi di esclusione sono i bilanci (dal ’17 al ’19) in perdita di quasi 8 milioni. Il fatto è evidenziato dalle scritture contabili ma il disavanzo è sempre stato ripianato dal finanziamento del socio unico e presidente Mario Biasin. L’altra motivazione forte sottolineata dal Comune di Monfalcone riguarda la mancanza di un contratto di utilizzo del Rocco col Comune di Trieste «non stipulato per la presenza di un debito arretrato da saldare».

Invece la Triestina ha sottoscritto una convenzione della durata di nove anni dopo essersi fatta carico, su clausola imprescindibile del Comune triestino, dei 92 mila euro di debito lasciato dalla gestione precedente. Del resto la documentazione sull’esistenza del contratto e della regolarità dei pagamenti è necessaria per l’iscrizione al campionato. Insomma, se qualcosa non fosse in regola, la Triestina non si sarebbe mai potuta iscrivere al campionato di C. Gli organismi di controllo federali avrebbero avuto senza dubbio qualcosa da eccepire. Inoltre la Triestina ha avviato una partnership con il Comune di Trieste per la riqualificazione e la gestione dell’impianto del Ferrini. La mancanza di requisiti sulla gestione di impianti sportivi sollevata dal Comune monfalconese appare quantomeno poco ponderata. La società alabardata nata dalle ceneri di un fallimento nel 2016 finora ha perso delle sfide su campo ma finora è stata un modello di correttezza negli impegni assunti. La difesa di quanto fatto è la molla che ha fatto scattare legittimamente l’azione di Milanese. Poi il Comune di Monfalcone per lo stadio di via Boito faccia le sue scelte altrettanto legittime. Il tutto nel rispetto della correttezza e della trasparenza. —
 

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