Fuggono a Sesana i giovani talenti del pallone

«Qua abbiamo trovato allenamenti di grande intensità, possiamo migliorare molto. E nemmeno la lingua è un problema»

SESANA C’è chi viene qua a Sesana da Trieste per fare benzina, chi per la spesa nei grandi supermercati sulla strada che conduce al centro del paese, chi, perfino, per andare dalla parrucchiera. E c’è chi viene qua a Sesana per giocare a calcio con la maglia del Tabor, società arrampicatasi proprio quest’anno fino alla Prima Lega, la serie A slovena.

È un fenomeno nuovo, assolutamente inedito. Una decina - ma il numero potrebbe essere in crescita - di ragazzini italiani (e di lingua madre italiana, non appartenenti alla minoranza slovena quindi) che hanno lasciato le società in cui erano nati calcisticamente ed emigrati appena al di là del confine, che ora sgambettano sul prato del centro sportivo a ridosso della ferrovia vestendo la divisa rossonera del Tabor. Insomma, giovani “expat” del pallone.

Un sole che uccide martella sul campo di sfogo dello stadio Rajko Štolfa, dove si sta allenando la formazione under 17 allenata da Klemen Karič. Nace Kosmač è il responsabile del settore giovanile. Spiega: «C’è stata l’occasione per alcuni ragazzi che giocavano in società della provincia di Trieste di venire qua e l’hanno colta al volo con grande interesse: il gruppo più numeroso è nella under 17 ma adesso stanno venendo anche altri ragazzini più piccoli. Problemi con il nucleo di ragazzi locali? Assolutamente no, hanno subito legato tutti tra loro. E poi il calcio è competitività: così sono tutti stimolati a dare di più. E tutti hanno accettato la sfida». Il nucleo degli allenatori del vivaio del Tabor è composto da ex giocatori della società, giovani tutti con patentino Uefa. Problemi di tesseramento per i ragazzi? I regolamenti internazionali permettono a chi abita in uno Stato di essere tesserato con il club di un altro Stato purché risieda entro 50 km dal confine e, se studente, entro 100 km dalla sede del club. Tutti parametri abbondantemente rispettati in questo caso.

«Mi è stata prospettata questa opportunità e ho deciso di coglierla - commenta Giancarlo, un under 17 che viene da Visogliano -. Qua ho trovato uno società dove gli allenamenti sono davvero di alto livello, condotti con molta intensità senza mai cali di tensione. Credo che sia una buona occasione. Problemi con la lingua? Assolutamente no: i compagni di squadra sono molto gentili e mi aiutano con l’inglese, anche se comunque dopo due settimane che sono qua ormai la maggior parte delle indicazioni dell’allenatore in sloveno ormai le capisco anch’io. Diciamo che diventa un’occasione per imparare anche lo sloveno!» «Si lavora duramente in allenamento - aggiunge Giacomo, di Opicina -. Il club è serio e ambizioso». Mentre i ragazzi si allenano, al campo non si sente una voce che non sia quella dell’allenatore. I ragazzi sono tutti concentratissimi e si impegnano con grande scrupolo negli esercizi proposti. Nessuno si tira indietro. Nessuno sbuffa o alza gli occhi al cielo.

«Sì, il livello degli allenamenti è molto alto, paragonabile a quello che avevamo all’Udinese» confermano Andrew Agnoletti e Mattia Specogna, friulani rispettivamente di Talmassons e di Buttrio arrivati qua dal vivaio bianconero per giocare con la Under 19 e finiti subito anche nel giro della prima squadra. «Il livello del gioco in Prima Lega? Direi paragonabile a una buona serie C italiana» spiega Andrew. «E il nostro obiettivo è trovare un posto in prima squadra in maniera stabile» sorridono entrambi. E corrono ad allenarsi con i nuovi compagni di squadra.—

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