Fabbricatore: «Trieste con Milano deve pensare a ritrovare autostima»
Carlo Fabbricatore, vecchia conoscenza del basket triestino per i suoi trascorsi ad inizio anni ’80, ora opinionista per Superbasket, inquadra da osservatore privilegiato (vive a Milano) la nobile sfida di sabato sera dell’Allianz Dome fra la Pallacanestro Trieste e l’Olimpia.
Trieste alle prese con scommesse, Milano con la rivoluzione messiniana. Quale incide di più?
«Sono due situazioni agli antipodi. Milano cerca la quadratura con del materiale importante, avendo in poco tempo già fatto vedere un impianto difensivo importante, a Treviso eccellente, e diverse cose interessanti sul piano tattico. Trieste invece è stata costretta a rilasciare giocatori fondamentali quali Wright, Dragic, Sanders, Mosley, e a rifondare un’identità con delle scommesse».
Esiste un modo (lecito) per battere Milano?
«Paradossalmente, con l’Olimpia senza Nedovic, Gudaitis, con Micov non al meglio, l’idea migliore è quella di provare a giocare sugli 80/90 punti. C’era anche la possibilità di giocare sui falli dell’unico lungo (Tarczewski), ma ora è arrivato Scola…»
Il nemico peggiore per Trieste è la perdita di autostima a fronte di alcune sconfitte o la paura che alcuni “rookie” non siano adeguati al ruolo per cui sono stati presi?
«Parto dal fondo. Trieste è nuova, non è certo un precampionato che può oliare i meccanismi e calibrare a dovere il gruppo allenato da Dalmasson. Bisogna avere pazienza, creare un amalgama per un linguaggio cestistico comune»
Meglio entrare presto nell’ottica di raggiungere il terz’ultimo posto o lavorare per guadagnarsi una salvezza tranquilla?
«In una piazza che ha la maggior percentuale di abitanti, in proporzione, che si abbona alla pallacanestro, è un dovere quello di presentare uno spettacolo adeguato. E’ anche vero che tolte Milano, Bologna e Venezia, vivono alla giornata ed il presente per Trieste è conquistare la salvezza. Poi, se ci sarà la possibilità di un intervento sul mercato…le questioni potrebbero semplificarsi». —
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