Basket Serie A: i quattro fattori di un equilibrio avvincente

Elogio di un campionato spettacolare nel ricordo di chi ha contribuito a crearlo negli anni

Alberto Martellossi
Un momento del match tra Trieste e Bologna (Bruni)
Un momento del match tra Trieste e Bologna (Bruni)

Rubrica particolare oggi: elogio di un campionato spettacolare nel ricordo di chi ha contribuito a crearlo negli anni.

1 . L' avvincente equilibrio

Cresce di anno in anno l’equilibrio nel campionato di serie A1 : nello scorso weekend, ad eccezione di Derthona / Pistoia, tutte le gare sono entrate negli ultimi due minuti con punteggio incerto, con scarti finali spesso risicati. Spettacolo assicurato, con appassionati ben saldi al proprio posto, siano essi paganti o comodamente seduti sul divano.

Tra le componenti che hanno contribuito ad alimentare la tendenza : A) Atletismo imperante ed organici sempre più folti, che consentono a volte di colmare eventuali gap di talento . B) Livello tecnico più alto degli stranieri; grandi meriti per questo vanno ascritti alle scelte ed ai budget delle due ottime neopromosse Trapani e Trieste. C) Marzo è il mese più adatto per sedimentare i dettami tecnici dei coaches e il rodaggio di giocatori nuovi, soprattutto rookies. D) Le Big Olimpia e Virtus faticano per motivi vari ad imporre un’impronta “da EuroLega “ al proprio percorso.

2. Riappropriarsi di se stessi

Per definizione l’atleta e’ persona che deve evoluire in campo. Ma l’assioma non è sempre lineare, se di mezzo ci sono dei Top Clubs, almeno per ciò che attiene ai giocatori italiani. L’esempio dei vari Flaccadori, Bortolani, Caruso (ultimamente più in auge), Akele, Lever riporta alla dura panchina a fronte di qualche scampolo di gioco per giocatori invero con uno stipendio anche superiore a colleghi più in vista di altre squadre. In questo senso va apprezzata e monitorata per il futuro la scelta di Visconti di recidere il cordone virtussino per accordarsi con Granada in ACB, sull’onda di illustri predecessori come Melli e Fontecchio che esplorarono il mercato tedesco.

Posto che ad un certo punto di carriera diventa necessario fare una scelta tra vantaggio economico ed affermazione personale (a meno che non si sia affermati campioni),il tema rimane percepire il tempo necessario per potersi riciclare nelle vesti di protagonista. Si passa da un anno abbondante, come accaduto a un Ruzzier ( passato tra l’altro l’A2) prima di ripresentarsi come l’attuale splendido leader a Trieste, all’immediatezza dell’esperienza di Alviti, primo violino in due stagioni successive a Trento e Varese.

3. Ultima ora… alla memoria

Ci ha lasciato a 92 anni Giuseppe Vicenzi. Il suo genio imprenditoriale verrà decantato nelle pagine economiche, ma anche a noi malati di pallacanestro mancherà tantissimo.

Se non l’ultimo, tra gli ultimi cui aggrapparsi di una generazione di proprietari visionari con i vari Benetton, Scavolini, Stefanel ed altri indimenticabili. Formidabili fautori di un basket che faceva sognare, ma allo stesso tempo rispettava ancora il valore della stretta di mano.

La saga cestistica scaligera dalle ineguagliabili vittorie gli sarà sempre debitrice ; per me, è stato un grande onore percorrere un pur piccolo tratto di strada assieme alla grande personalità del “Signor Giuseppe”.

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