Elezioni Coni Fvg, sabato 12 si vota alla presidenza: è duello tra Marcon e Adami

I due sfidanti dovranno raccogliere la pesante eredità di Giorgio Brandolin, tra un movimento sportivo in salute da consolidare e diverse sfide, in primis il nodo degli impianti di Trieste

Filippo Errico Verzè
I candidati alla presidenza del Coni Fvg, Andrea Marcon (a sinistra) e Giovanni Adami (a destra)
I candidati alla presidenza del Coni Fvg, Andrea Marcon (a sinistra) e Giovanni Adami (a destra)

La data da cerchiare sul calendario è quella di sabato 12 aprile. Il teatro, l’auditorium San Marco di Palmanova, dove verrà dato inizio a una nuova era per lo sport del Friuli-Venezia Giulia.

L’elezione del vertice del Coni regionale, oltre che della relativa Giunta, segnerà la fine di un corso lungo più di trent’anni, avviato nel 1991 da Emilio Felluga e proseguito dal 2013 a oggi da Giorgio Brandolin.

A decidere chi raccoglierà questa eredità, sicuramente molto pesante, sarà per la prima volta dopo una vita un duello all’ultimo voto tra due candidati: Andrea Marcon e Giovanni Adami.

Il primo, friulano classe 1973, è stato per otto anni il numero uno della Federazione Italiana Baseball e Softball. Adami invece, 53 anni, nato a Padova, residente a Udine e avvocato di professione, dal 2011 al 2024 ha ricoperto il ruolo di presidente della Fip regionale.

La procedura di voto

L’elezione del nuovo assetto del Coni regionale è in realtà già iniziata: per quanto riguarda il Consiglio, lo scorso 26 marzo sono state convocate le assemblee elettive di tecnici e atleti, mentre il 27 è toccato ai rappresentanti degli enti di promozione sportiva, delle discipline sportive associate e delle associazioni benemerite. Il 12 aprile i protagonisti saranno quindi il Presidente e la Giunta, con votazione a scrutinio segreto.

Giorgio Brandolin, presidente uscente del Coni Fvg (Foto Lasorte)
Giorgio Brandolin, presidente uscente del Coni Fvg (Foto Lasorte)

Il bilancio di Brandolin

Prima del voto, il presidente uscente Brandolin presenterà la relazione con il bilancio dell’ultimo quadriennio. Un’anticipazione è già arrivata questo lunedì a Gradisca, alla cerimonia di consegna delle benemerenze agli atleti Fvg: «Sono felice di questo lungo percorso – ha detto –. Con unità di intenti, soprattutto con istituzioni e Regione, abbiamo fatto crescere un movimento sportivo in salute, grazie anche a scelte coraggiose prese in momenti difficili, come la pandemia, la crisi energetica e la riforma dello sport».

Le sfide

Per Marcon o Adami, si tratterà quindi di continuare nel solco lasciato dai loro predecessori, lavoro comunque non semplice. «Questo è pur sempre l’anno zero della riforma del lavoro sportivo – evidenzia il triestino Alessandro Michelli, al terzo mandato alla guida della Federvolley regionale –. Bisogna rendersi conto di tutte le necessità e difficoltà a cui vanno incontro società e federazioni, preservando le sinergie con le istituzioni».

Nel caso specifico di Trieste, un nodo cruciale sono gli impianti. «Rispetto al resto della Regione, nel capoluogo non solo c’è ancora carenza di palestre, ma la maggior parte sentono il peso degli anni – dichiara Michelli –. Manca poi un palazzetto dedicato specificatamente alla pallavolo, in una città che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia di questo sport, senza nulla togliere agli altri. In generale, quello degli impianti di Trieste è un argomento di massima attualità, che andrà messo al centro della programmazione».

Il candidato Andrea Marcon, per otto anni presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball
Il candidato Andrea Marcon, per otto anni presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball

Andrea Marcon: «Aiuto concreto a tutti»

Nella corsa alla presidenza del Coni Fvg il primo a candidarsi è stato Andrea Marcon. Nato a Montreal nel 1973 da genitori friulani, è poi rientrato in Italia all’età di otto anni. La sua carriera si è sviluppata nel segno del softball, mondo in cui è entrato come classificatore, proseguito con quasi un ventennio da arbitro (anche internazionale), per arrivare poi nel 2016 al vertice della Federazione Italiana Baseball e Softball, carica che ha mantenuto fino al 2024. Otto anni in cui, oltre a far ripianare un deficit di bilancio di 1,6 milioni di euro, lo ha visto in prima fila nell’organizzazione di numerosi eventi, su tutti gli ultimi Mondiali di softball, che si sono svolti lo scorso luglio a Castions di Strada.

Un bagaglio di conoscenze che è pronto a mettere in campo, al servizio degli attori dello sport regionale, per cogliere al meglio l’importante eredità lasciata da Felluga prima e Brandolin poi. «Il mio programma si può riassumere nel nostro motto “Concretamente al vostro fianco”».

Al centro, la necessità di essere un riferimento sicuro per tutte le federazioni, anche le più piccole, unito alla creazione di sinergie virtuose con la Regione e le altre istituzioni. «Bisogna poi andare di pari passo con l’evoluzione attuale del concetto di atleta – aggiunge –, mettendo a disposizione di tutti le migliori conoscenze possibili su temi chiave come i disturbi alimentari e la gestione dell’ansia». Anche per questo, con lui si candiderà alla Giunta Mara Navarria, oro nella spada a squadre a Parigi 2024: «Lei ha sicuramente ben chiaro a quali difficoltà possono andare incontro i nostri atleti».

Spostando il focus su Trieste, nel caso venisse eletto Marcon dovrà senza dubbio affrontare il problema della carenza di impianti (soprattutto palestre) nel capoluogo. «Abbiamo il dovere di interfacciarci con le amministrazioni comunali e le società che vi operano: vanno realizzati progetti che permettano di sfruttare al meglio questi luoghi, creando al contempo benessere per ragazzi e ragazze. Servono anche investimenti nell’efficientamento energetico: purtroppo molti impianti oggi sono inadeguati e intervenire non è sempre così semplice».

Problemi da un lato, eccellenza da continuare a valorizzare dall’altro. In questo senso Trieste è una realtà di prim’ordine negli sport acquatici, vela e canottaggio in primis, basti pensare alle centinaia di migliaia di turisti che hanno animato l’ultima Barcolana. «Eventi di questo tipo sono determinanti, per il ritorno economico che producono e per la grande visibilità data al territorio».

Il candidato Giovanni Adami, dal 2011 al 2024 presidente del Comitato Fvg della Federazione Italiana Pallacanestro
Il candidato Giovanni Adami, dal 2011 al 2024 presidente del Comitato Fvg della Federazione Italiana Pallacanestro

Giovanni Adami: «Servono nuove idee»

All’angolo opposto del “ring”, nel duello per la successione di Brandolin alla presidenza del Coni Fvg, c’è Giovanni Adami. Padovano di nascita, ma friulano d’adozione, dopo la laurea in Giurisprudenza a Trieste e l’esercizio della pratica forense a Udine, dove ha aperto il suo studio legale. Specializzato in diritto sportivo, nel 2011 è stato eletto a capo del Comitato Regionale della Federazione Italiana Pallacanestro, carica che ha ricoperto per 13 anni. «Un periodo meraviglioso, che ho vissuto in simbiosi con società e istituzioni nazionali – ricorda –. Grazie a questo lavoro, siamo riusciti a ospitare la Nazionale maggiore per ben 11 volte al PalaRubini, senza dimenticare del mondiale e dei sei europei di ambito giovanile organizzati nella regione: si può dire, quindi, che il Friuli-Venezia Giulia sia stato più volte il centro della pallacanestro continentale e mondiale».

Adami offre dunque un importante know-how organizzativo per continuare sulla strada tracciata dai predecessori. «Per fortuna, né Marcon né io ereditiamo un Coni Fvg da rifondare. Lo sport è in salute, bisognerà implementare nuove idee in risposta alle sfide già affrontate da Brandolin negli ultimi quattro anni». Ovvero, pandemia, crisi energetica, riforma del lavoro sportivo, abolizione dello svincolo e safeguarding. «Non bisogna abbandonare la linea di assistenza alle federazioni, partendo dalle più piccole». L’obiettivo è di dargli più visibilità, e quindi voce, sfruttando soprattutto Instagram e TikTok come canali di promozione delle loro iniziative. «Oltre a questo, il supporto deve avvenire fornendo un’adeguata formazione ai dirigenti – aggiunge Adami –, per moltiplicare il numero di quelli con competenze reali: sono la nostra forza, non possiamo dimenticarcene».

Venendo alla questione più prettamente triestina, ovvero la carenza di palestre, in questi anni Adami si è mosso a più riprese in prima persona, seguendo ad esempio i lavori dell’impianto di San Giovanni. «A Trieste, il problema non è solo lo stato delle palestre, ma che non ce ne siano abbastanza per il suo fabbisogno di sport indoor – evidenzia –. Sensibilizzare su questa situazione, che conosco a menadito, rappresenta senza dubbio una priorità per me».

Per quanto riguarda il fiore all’occhiello di Trieste, ovvero gli sport acquatici, si tratta soprattutto di consolidare quanto di buono è già stato fatto in passato. «Semmai, vorrei intervenire a sostegno della pallanuoto, per garantire una gestione migliore degli spazi».

Riproduzione riservata © Il Piccolo