È un fratello d’arte. Il suo modello è Dejan Bodiroga: «Era un computer»
TRIESTE. Trent'anni da compiere il prossimo 22 giugno, una carriera che lo ha visto vincere ovunque, impreziosita da un paio di esperienze tra i professionisti dell'Nba. Slovenia (Slovan Lubiana e Krka Novo Mesto) Spagna (Malaga), Stati Uniti (prima a Phoenix poi a Miami) quindi il Khimki in Russia prima delle stagioni in Italia all'Olimpia Milano e in Turchia all'Efes.Non si può dire che non abbia girato il mondo, Zoran Dragić, ragazzo abituato a viaggiare con la valigia in mano. Per questo, superati i trent'anni e con due figli piccoli a completare una splendida famiglia, l'ipotesi di una mezza stagione a un'oretta di strada da casa gli deve sembrare una specie di sogno.
LA CARRIERA
Dragić è cresciuto nell’Ilirija, in Slovenia, poi nel 2005 è passato al Jance STZ Ljubljana in Serie B e infine è approdato al Geoplin Slovan nella stagione 2006/07 rimanendovi fino al 2010. Passato al Krka Novo Mesto, vi è rimasto due anni vincendo in ambedue le stagioni il campionato sloveno, più l’Eurochallenge del 2011. Nel 2012 si è trasferito all'Unicaja Malaga. Nella seconda stagione in Andalusia, guidato da Jasmin Repesa, è stato nominato Mvp della settimana in Eurolega durante le Top 16. Chiude con 10.9 punti per gara con il 35.4% nel tiro da tre (10.3 punti a partita nella Lige ACB). Al termine del secondo anno a Malaga, viene firmato dai Phoenix Suns della Nba dove gioca assieme al fratello Goran prima del passaggio a Miami. In un anno di Nba, Zoran disputa sedici partite poi viene ceduto a Boston: rilasciato dai Celtics, ha trascorso le ultime stagioni tra Mosca, Milano e Istanbul vincendo due supercoppe italiane, una coppa Italia e una coppa di Turchia. In nazionale ha disputato tre Europei e il Mondiale del 2014.
IL LEGAME CON L'ITALIA
Cresciuto giocando a calcio, Zoran comincia a familiarizzare con il basket quasi per caso, sostituendo il fratello Goran infortunato. Comincia così una carriera che lo vede seguire da lontano le gesta sportive di Dejan Bodiroga, un giocatore che, come ha più volte raccontato, ha ispirato le sue gesta. «Ammiravo e studiavo Dejan Bodiroga - le parole di Dragić - era un maestro, magari non velocissimo ma con un computer in testa e fondamentali super». Un filo sottile che lo collega all'Italia se è vero che, dopo aver firmato con Milano, Dragic potrebbe vestire la maglia dell'altra squadra con cui Bodiroga ha giocato in Italia. Quella Trieste che, grazie a Bogdan Tanjevic, scopri e fece conoscere al mondo il talento serbo. —
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