Due rigori affossano la Triestina
Contestato dai tifosi l’arbitro Russo. Non basta il gol di Granoche
TRIESTE
«Al ladro, al ladro», grida imbufalito, con gli occchi fuori dalle orbite, il popolo del Rocco sulla sigla di chiusura della partita con il Frosinone come se si fosse visto sfilare il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni. Ma i tifosi alabardati, invece, danno sfogo alla propria rabbia e alla propria indignazione per il punto che è stato appena scippato alla Triestina. Già i sostenitori alabardati avevano faticato a digerire il rigore dell’1-1 concesso ai ciociari dopo il gol di Granoche nel primo tempo, ma quello fischiato all’ultimo minuto per un assai dubbio contatto Petras-Dedic, non sono riusciti a mandarlo giù. E ululano come lupi feriti.
L’hanno considerato una atroce beffa e se la sono presa con il semi-esordiente arbitro Russo da Nola che ha male interpretato gli utimi due episodi della contesa. Solo 5’ prima del secondo penalty, Allegretti aveva chiesto con veemenza il rigore per una netta deviazione con un gomito di un uomo in barriera sulla sua punizione dal limite. L’uno a uno era era la conclusione più ovvia di una partita giocata sul filo dell’equilibrio. Da una parte un’ Unione a tratti in stato confusionale (quanti palloni buttati via) che aveva spinto però con generosità e che ha creato qualche occasione in più del Frosinone (Graffiedi ha colpito anche una traversa di testa), dall’altra una squadra più ordinata e abile nel far girare la palla e che negli ultimi venti metri ha spesso causato grandi grattacapi a una difesa alabardata molto svagata e incerta. Alla fine è come se i laziali avessero giocato in dodici, ma francamente l’undici di Maran le disgrazie è andato anche a cercarsele soprattutto con le sue ingenuità davanti a Gegè Rossi.
Eppure La Triestina aveva azzeccato la partenza, alla prima boa era già in testa. Il solito Granoche (settimo centro stagionale) aveva sfruttato al meglio un rimpallo in area piccola su una punizione di Allegretti. La strada sembrava in discesa, su una girata di Graffiedi deviata da un difensore per poco non nasce il 2-0. E’ una Triestina determinata, tonica sotto il profilo agonistico, ma dietro Petras e Mezzano non sembrano affidabili contro Evacuo e Martini. Anche Milani a destra è impreciso negli appoggi e soffre un po’ Carriello mentre Kyriazis, nell’inedito ruolo di terzino sinistro, s’arrangia come può per sbattere la porta in faccia a Lodi (il più talentuoso della compagnia). E comunque e un destro spostato a sinistra, di più non si può pretendere.
A centrocampo Gorgone appare troppo frenetico, il più lucido è Allegretti che tenta di aprire il gioco a sinistra su Sgrigna, il quale le studia tutte per buttarsi dentro o per arrivare al crossa dal fondo. A destra, invece, Antonelli non passa quasi mai. Graffiedi si affida a tutto il suo mestiere per assistere Granoche ma incide poco. Il vento cambia improvvisamente direzione quando Russo concede il primo rigore al 23’: Mezzano intercetta con un braccio abbastanza largo il pallone crossato da Carriello. Non c’è volontarietà a termini di regolamento, tuttavia questo penalty ci può stare. E Lodi trasforma con una gran botta. L’Unione accusa il colpo, perde un po’ la tramontana ma soprattutto sbanda paurosamente dietro. Si riprende solo nel finale del primo tempo.
Sgrigna a sinistra è come un coltello. Nella ripresa la partita diventa ancora più brutta. Il Frosinone sembra in grado di poterla controllare, anzi diventa più pericoloso quando Cavasin inserisce il capodistriano Dedic al posto di Martini. Maran cambia un esterno: dentro Testini (a sinistra) che entra subito in partita. Al 17’ Graffiedi fa però sussultare il Rocco per un’incornata da due metri su centro di Sgrigna: traversa piena ma da quella posizione non doveva fallire. Con il passare del tempo crescono gli ospiti. Kyriazis va allora al centro e Mezzano a sinistra. Gegè Rossi, fino a quel momento impegnato solo da un tiro da fuori, al 38’ si guadagna la giornata con un doppio intervento; il primo su Lodi lanciato a rete e il secondo sulla legnata di Pecchia. Tira ormai aria di 1-1 ma il peggio deve ancora arrivare. Al 40’ la punizione dal limite di Allegretti potrebbe avere i giri giusti ma Evacuo in barriera intercetta la palla con il gomito alto.
E’ un rigore grande come una casa ma Russo non lo fischia. Il fischietto gli funziona quando indica il dischetto allo scadere per uno scontro spalla contro spalla tra Dedic (che aveva trovato un’autostrada) e Petras. Lodi è il solito giustiziere. La Triestina non doveva farsi bucare così ma Russo ha «toppato» di nuovo e per tutta la sera è rimasto nei pensieri dei tifosi di casa. Pensieri, naturalmente, molto cattivi.
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