De Falco promuove Pillon «Ricostruire la Triestina con lui»

Totò, da gloria dell'Unione e romagnolo d’adozione, legge la sfida di domenica al Rocco con il Cesena. «Il primo posto ormai è utopia. Programmate con Bepi»
Totò De Falco con Mauro Milanese, sullo sfondo il “gemello” Titti Ascagni
Totò De Falco con Mauro Milanese, sullo sfondo il “gemello” Titti Ascagni

TRIESTE Arriva Triestina-Cesena e non si può non pensare a Totò De Falco, che ha più volte confessato di avere il cuore rossoalabardato, ma che in Romagna ci vive e ci lavora. Con la sua esperienza e con il ruolo di osservatore esterno, Totò prova ad analizzare la stagione alabardata e la sfida di sabato.

De Falco, finora il campionato della Triestina non è stato all’altezza delle aspettative di inizio stagione: come mai?

L’Unione sta facendo fatica, ma credo che i problemi della Triestina vengano da lontano, perché in fondo il Covid c’è per tutti e purtroppo dalla serie A in giù condiziona tutti i campionati. Certo a inizio stagione si era dichiaratamente detto che la squadra doveva lottare per le prime posizioni e invece lassù non c’è mai stata.

Ma questi problemi quali possono essere?

Sinceramente, pur vedendo le partite alla tv, da fuori si fa fatica a capire le problematiche di una squadra. Ma credo che ci siano problemi di fondo, chi è dentro dovrebbe saperli e non sempre si possono risolvere esonerando gli allenatori. Perché se poi i problemi restano gli stessi, evidentemente c’è qualcos’altro che non va.

Guardando le ultime partite che idea si è fatto?

Che con il Fano l’Unione non meritava assolutamente di perdere, ma è anche vero che con il Südtirol non meritava di vincere: le cose nel calcio si equilibrano. Quanto alla sconfitta di domenica, avevo detto in tempi non sospetti che con il Matelica non ci si deve fermare al nome, ma riconoscere che è una squadra valida con un bravo mister che la società sta costruendo da 3-4 anni.

Eppure le cose per l’Unione sembravano essere migliorate nel mese di dicembre...

Sette punti contro le tre più forti avevano illuso tutti, invece ora si è tornati indietro. Il primo posto a mio avviso per la Triestina è oramai solamente un’utopia, anche perché ci sono anche troppe squadre davanti. Detto questo bisogna giocare per fare più punti possibili, sperare di raggiungere un buon posto nella griglia dei play-off e giocarsi tutto lì. Chiaro che finora il campionato è stato deludente per i tifosi, ma di tempo per risalire ce n’è.

Pillon è l’allenatore giusto per la risalita?

Pillon è un tecnico sicuramente di grande valore, allenatore e uomo rispettato da tutti, la carriera parla per lui. Però i miracoli non li fa nessuno, con lui bisogna costruire nel tempo e per questo è l’uomo giusto. Improvvisare non paga, nel calcio paga il costruire.

Quindi bisogna avere pazienza e non guardare ai risultati immediati?

Per quella che è la mia esperienza, le squadre che cambiano ogni anno non vincono. Vince chi sa costruire nel tempo con un allenatore, proseguendo con scelte giuste e linee condivise. Bisogna essere lineari e coerenti, questa è la strada per vincere, non fermarsi sempre ai primi risultati e subito cambiare se le cose non vanno per il verso giusto.Credo proprio che Bepi Pillon sia la persona giusta per poter costruire.

Sabato che partita sarà?

Il Cesena domenica scorsa ha perso immeritatamente e resta una squadra pericolosissima: è giovane, all’inizio ha pagato un po’ di inesperienza, come all’andata contro la Triestina, ma ora è cresciuta, è una squadra spavalda, giovane, che corre e si diverte, ha l’allenatore dell’anno scorso. Ecco, qui c’è stata la pazienza e la forza di aspettare anche se i risultati non erano arrivati subito. E lo dimostra anche la stagione del Modena, che ha mantenuto la stessa squadra dello scorso anno, lo stesso Mignani in panchina e ha fatto solamente due-tre innesti mirati.

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