Dalmasson, l’uomo dei miracoli: «Uniti e in forma. Noi ci crediamo»
TRIESTE Per l’uomo dei miracoli il premio è mezza giornata di riposo. Il premio per gli altri, si intende. Perchè la mezza giornata di libertà di Eugenio Dalmasson dopo il successo della Pallacanestro Trieste ad Avellino è fatta di un accurato riesame di quanto successo e di una prima valutazione su Reggio Emilia che domenica sbarca all’Allianz Dome. E intanto c’è quella classifica. Trieste quinta in compagnia, con ottime prospettive di giocarsi i play-off. Ma la classifica, si sa, non è argomento che trovi spazio nell’agenda dalmassoniana.
«Ho ben presenti i risultati dell’ultima giornata. A questo punto del campionato i pronostici contano niente. L’unica cosa da fare è la solita: pensiamo a far bene noi e poi vedremo. Noi ci crediamo».
Espugnare uno dei campi più difficili della serie A è però qualcosa di più che fare bene...Riuscendoci, per giunta, senza Peric e trovandosi sotto di 17.
All’inizio si è visto che facevamo fatica. Avellino faceva valere stazza e atletismo, noi segnavamo solo con i lunghi. Ma nell’intervallo abbiamo ragionato proprio su questo: non eravamo troppo distanti dalla Sidigas, eppure loro tiravano con il 60% da tre e noi con lo zero. Sarebbe bastato far abbassare le loro medie difendendo meglio, con più intensità, e sbloccarci in attacco, per riaprire l’incontro.
Mancava Peric. L’eroe della partita è stato chi ne ha preso il posto. Teo Da Ros. 13 punti, 7 rimbalzi, 5 assist, la stoppata decisiva. Tanta roba. A dispetto di chi aveva dubitato su una dimensione da protagonista in A.
L’assenza di Peric era pesante perchè stava dando segnali importanti. Da Ros non è stato una sorpresa, ricordate che per un mese era partito nello starting five al posto di Hrvoje che aveva condiviso quella scelta, visto che Teo è bravo ad approcciare bene la gara. Era molto concentrato, quando hai di fronte uno dei giocatori più forti del campionato come Caleb Green o ti esprimi al suo stesso livello o finisci stritolato. Teo ha iniziato a segnare e ha fatto il pieno di fiducia. Mai dubitato di lui. In A ci sta, da entrambe le parti del campo.
Alla vigilia era in forse anche Fernandez. Invece ha prodotto 16 minuti di grande qualità.
Si era allenato poco e al primo ingresso sul parquet si notava che non era ancora pronto. Ma Juan è un giocatore di personalità e grande orgoglio. Con il passare dei minuti ha dimenticato il dolore.
Cosa ha pensato quando Sanders, dopo aver piazzato triple pesantissime, ha sprecato la rimessa facendo morire i 5 secondi con la palla in mano? Potevate rimetterci il match..
Di solito facciamo rimettere il pallone a Jamarr perchè è sempre lucido ed equilibrato. Stavolta ha guardato solo davanti a sè per vedere il compagno meno marcato senza accorgersi che un metro dietro c’era Dragić libero. Lo stress può giocare questi scherzi.
Lei non è parso contagiato dallo stress. Mentre la squadra tornava in campo per difendere gli ultimi 7 secondi, si è girato verso l’ad Mauro a bordo campo con un mezzo sorriso rassicurante.
Sapevo che stava soffrendo. Io avevo fiducia. Ho una squadra unita, che sta vivendo questi giorni con grande maturità, con affetto per questi colori e i tifosi. Il tabellino non dice tutto. I 5 minuti di Cittadini ad esempio sono stati importantissimi, rinsaldando la difesa in un momento in cui stavamo subendo i lunghi avversari.
Dragić, nervoso nel primo tempo e devastante alla distanza.
Un grande giocatore si coglie anche dai particolari. Dopo aver sbagliato male due liberi ha piazzato una bomba “ignorante”. Nel finale con una penetrazione ha lasciato sul posto gli avversari. Nessuno ha saputo tenerlo. Ha classe ma anche tanto orgoglio.
Quell’orgoglio esibito anche sulle magliette del pregara. Trieste quinta. E domenica arriva Reggio Emilia. In caso di vittoria...
...Ci penseremo domenica sera. Io so che quando vinci una trasferta difficile devi essere bravo a confermarti anche in casa nel turno successivo. A me piace il segno positivo nella media inglese. Mi limito a questo. E a un’annotazione sulla quale pochi si soffermano.
Quale?
Ogni anno Trieste fisicamente è in palla anche a fine stagione. Non ci avete mai visti terminare gli incontri piegati sulle gambe a fine campionato. —
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