Dalla Costa, il factotum: «Alma, una famiglia»
Basket: il team manager ha vissuto tutti i momenti della storia recente del club «Il mio sogno? Tornare in A1. Quanti aneddoti con l’ingordo Diliegro»

Foto BRUNI 19.08.2017 Pallacanestro Alma: primo giorno di ritiro a Forni di Sopra (in palestra causa pioggia)-Sergio Dalla Costa team manager
TRIESTE. Un uomo rappresenta il passato, il presente e il futuro della Pallacanestro Trieste: Sergio Dalla Costa è molto più di un team manager, è l’anima di una passione cittadina.
Dalla Costa, per lei Pallacanestro Trieste cosa vuol dire?
In una parola? Famiglia. Più invecchio e più il mio ruolo sembra vivere in simbiosi con l’ambiente, mi avvicino alla gioventù e ne sono complice, pur nel rispetto del ruoli, partecipo andando anche oltre le mansioni, spendo qualche parola in più per ogni componente della mia “creatura”. Sì, talvolta scappa una parola di troppo, ma tutto per amore dell’Alma. Dopo aver smesso di giocare pensavo che il mio futuro sarebbe stato da coach oggi invece sono convinto di aver fatto la scelta giusta.
Ne ha passate di “ere geologiche sportive”…come è evoluta la pallacanestro a Trieste?
Quando ho iniziato c’era un clima più ruspante, avevamo una tolleranza reciproca maggiore rispetto all’isterico mondo professionistico di oggi. Il Dio danaro ha spesso generato subliminali criticità, dalle piccole invidie a scontri verbali. Ma forse è una visione di un uomo che è invecchiato…
Il ruolo di team manager esattamente in cosa consiste?
Il mio ruolo copre 365 giorni l’anno con reperibilità totale. Spazia dalla ricerca degli appartamenti per i giocatori (e le loro mogli!) sino a risolvere le piccole riparazioni domestiche, dalla pianificazioni delle trasferte (viaggi, alberghi, ecc.) all’allenamento fuori programma. Sino all’anno scorso ero anche preposto a gestire l’abbigliamento, ora in mano a Pecile. È un ruolo di mediazione all’interno della squadra, fra allenatore e giocatori, in un sottile equilibrio che non deve mai spezzarsi per libertà prese e non concesse.
Sveliamo qualche altarino: un aneddoto riferito ad un allenatore e ad un giocatore..
L’episodio tragicomico su un coach è riferito a Massimo Bernardi. In una partita, adirato con gli arbitri e impossibilitato a prendersi un ulteriore fallo tecnico, si gira verso di me e implora: «Sergio, prendi un tecnico tu!». Chi mi conosce immagina come la richiesta si sia conclusa con un nulla di fatto. Il giocatore-aneddoto per eccellenza è Dane Diliegro. Due episodi. Autogrill e pausa pranzo per trasferta, la squadra e lo staff lo cercano e non lo trovano; ad un certo punto scorgiamo la sua sagoma intenta a condividere serenamente con un gruppo di camionisti turchi il cibo cucinato in mezzo ai Tir. Sempre in ambito culinario, storico il “furto” di un pompelmone nel giardino di una villetta a Capo d’Orlando; la curiosità era tale che il trofeo fu fatto a fette e messo nello zaino.
Come vorrebbe chiudere l’esperienza in Pall.Trieste?
Il sogno è di tanti, l’A1 e un’ultima stagione da accompagnatore della squadra.
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