Da Sannino a Pavanel tra risultati mancati e scelte non azzeccate

Dall’inizio dell’era Biasin solo le stagioni di serie D senza cambi. Il vizio più antico del calcio a Trieste ormai è di casa
Massimo Pavanel esonerato nell’ottobre dello scorso anno
Massimo Pavanel esonerato nell’ottobre dello scorso anno

TRIESTE Dopo il quarto cambio di panchina in corsa in quattro stagioni, la prima cosa che si può dire è che dall’approdo in serie C in poi la panchina alabardata non è mai stata un posto molto tranquillo. La società alabardata ha migliaia di meriti e i tifosi dovrebbero farle un monumento, ma non si può dire che dall’inizio dell’era Milanese-Biasin, nella scelta degli allenatori sia filato tutto liscio. Anzi, se si assiste a un continuo tourbillon di tecnici, qualche valutazione evidentemente è stata sbagliata: perché c’è un dato che balza all’occhio ed è quello che per la seconda stagione consecutiva, la società ha esonerato un tecnico al quale era appena stato rinnovato il contratto. Non è una cosa da poco, perché significa che lo si conosce bene, che c’è reciproca fiducia, intenti comuni e obiettivi condivisi. Era successo la scorsa stagione con Pavanel, che dopo aver sfiorato la serie A e aver ottenuto il rinnovo estivo, era stato mandato via dopo sole 5 giornate. È riaccaduto quest’anno dopo che Gautieri, che aveva concluso la scorsa stagione con una squadra decisamente brillante, e che proprio per questo si era visto rinnovare l’accordo, ora è stato esonerato dopo 13 giornate. Per carità, può capitare che qualcosa non funzioni, che il rapporto si incrini o semplicemente che i risultati non siano quelli attesi. E che ovviamente si scelga l’unica soluzione per provare a cambiare qualcosa, che nel calcio è ormai quasi un rito. Ma se per la seconda volta c’è un dietro-front del genere, da qualche parte si è sbagliato.

Eppure quello delle panchine nell’epoca Milanese-Biasin era stato un inizio tranquillo: la chiamata di Bordin per salvare la D, poi la stagione di Andreucci che in qualche modo aveva traghettato la Triestina in serie C. Da allora, però, le panchine sono diventate bollenti. A partire dagli esuberanti e coloriti mesi di Sannino, finiti con le dimissioni del tecnico e il via libera a Princivalli per chiudere la stagione. L’anno dopo è arrivato Pavanel, che non va scordato, prima di quella cavalcata bellissima fino alla finale play-off con il Pisa, era stato pericolosamente sulla graticola nella trasferta di Verona, prima che Maracchi e il rigore di Granoche la ribaltassero in un rocarambolesco 4-3. Ma quando è ripresa la nuova stagione, qualcosa si era rotto. Via Pavanel, l’interregno di Princivalli, quindi l’arrivo di Gautieri. E adesso Pillon. Sarà lui l’uomo giusto per riportare l’Unione in serie B? I tifosi lo sperano, ma per funzionare, una panchina ha bisogno anche di un po’ di pace.

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