Da piazza Unità a Rio è una festa ugandese
TRIESTE. Un sogno che si realizza. Un traguardo raggiunto proprio qua, a Trieste, sotto l’arco dell’arrivo di piazza Unità sfidando temperature all’improvviso quasi estive. Robert Chemonges, 19 anni appena, proveniente dall’Uganda, correrà la Maratona alle Olimpiadi. E il biglietto aereo per Rio lo strappa vincendo la 17.ma Green Europe Marathon, con il crono di 2h11’45”, a un niente dal record di Migidio Bourifa, fatto segnare nel 2005 con 2h10’48”. Allora però si correva sul tracciato che partiva da Gradisca d’Isonzo, ben diverso da questo che ha la partenza a Lipiza. Piuttosto, allora, Chemonges ha fatto molto meglio del keniota Gititu Robert Gaitho, che nel 2015, alla “prima” su questo stesso tracciato, aveva vinto in 2h14’37”.
La gara maschile La prova principe del Bavisela-day ha avuto lo svolgimento annunciato sin dalle prime battute dopo la spettacolare partenza nel verde di Lipiza (alla fine saranno 623 i finisher). L’ugandese Simon Rugut davanti a dettare il ritmo, il connazionale Chemenges e il keniota Sanuel Kiptum Kimutai a farsi “trasportare”. Rugut, lo scorso anno secondo in piazza Unità, ha fatto la “lepre” fino al 30.mo chilometro, poi ha lasciato fare agli altri due. Già, perchè i due ugandesi - entrambi della scuderia del Tuscany Training Center di Giuseppe Giambrone - avevano studiato proprio questa tattica per portare Chemenges al tempo per la qualificazione olimpica: dopo 28/30 chilometri Rugut sarebbe infatti stato libero di fare come voleva. E soprattutto come si sentiva. Allora, ecco che Chemenges e Kiptum al 30.mo chilometro sono rimasti da soli con Rugut preso solo a difendere il podio. Poi, dopo altri cinque chilometri, Kiptum - atleta che si allena in Austria, a Graz, con la Run2gether - ha tentato un attacco deciso ma Chemenges, continuando a correre con il proprio passo, lo ha ripreso e staccato. A quel punto per il keniota non c’è stato altro da fare che rincorrere a distanza.
Per l’ugandese dunque è stata una passerella lunga 7 chilometri fino a piazza Unità dove si trepidava sotto l’arco dell’arrivo: il crono record della Maratona di Trieste era lì a portata di mano, anche se poi sarebbe sfuggito per meno di un minuto. E, sotto l’arco, prima, il giovane ugandese, si è inginocchiato a baciare i pietroni della piazza, poi, controllato il crono, si è sciolto in un lungo, commosso abbraccio assieme al suo allenatore, Giuseppe Giambrone, che è anche il commissario tecnico della squadra di maratona per la selezione nazionale dell’Uganda. Poi, gli altri. Samuel Kimutai Kiptum ha tagliato il traguardo in 2h13’44”, Simon Rugut in 2h20’12” (lo scorso anno aveva corso in 2h15’57”). Per Rugut, però, qualche problema fisico di troppo: prima è stato accolto nella tenda allestita dalla Croce Rossa in piazza Unità, poi è stato accompagnato a Cattinara per una serie di controlli medici. Ecco il motivo per cui non è salito sul palco per le premiazioni. A lui comunque l’applauso della piazza per il secondo podio consecutivo alla Maratona di Trieste. A proposito ancora di Olimpiadi: puntava a un “tempone”, proprio per staccare a Trieste il biglietto per Rio, anche lo sloveno Robert Kotnik. Non gli è andata bene: ha chiuso in 2h39’59” in sesta posizione. «Purtroppo fin dalle prime battute della corsa ho capito che non sarei riuscito a fare il tempo per Rio. Peccato...» ha commentato amaro all’arrivo.
Quarto un triestino In 2h33”39, ecco al traguardo il primo italiano, un triestino, Paolo Massarenti, del gruppo sportivo San Giacomo, davvero un’ottima prova per un grande specialista del running di casa nostra: per lui il trofeo speciale per il primo triestino in classifica. E accoglienza speciale al traguardo per un altro giuliano, il sessantenne Emilio Starz, alla sua 100.ma maratona, acclamato dagli amici con uno speciale striscione.
La gara femminile La grande favorita era la vicentina di Thiene Maurizia Cunico e lei ha vinto, con il crono di 2h55’27”. Ma è stata una vittoria che le ha lasciato un po’ di amaro in bocca, in quanto l’atleta vicentina puntava anche a ritoccare il proprio tempo rispetto al 2h51’27” dello scorso anno. Alle sue spalle, nella classifica in rosa, un’altra veneta, la cadorina Daniela Da Forno - atleta che ha sposato i progetti della Bavisela tanto da correre per i colori del club triestino - che ha chiuso in 3h05’53”. Quindi, terza donna al traguardo Italia Della Torre (Athletic Club Apicilia) in 3h15’09”.
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