Cremona-Trieste, le chiavi del match: occhio al fattore PalaRadi

Rispetto all’andata, la Vanoli ha voltato pagina, specie tra le mure amiche, dove ha vinto 4 delle ultime 5. Gli uomini di Jamion Christian dovranno partire concentrati fin dalla palla a due

Raffaele Baldini
L'ex Trieste Corey Davis, oggi alla Vanoli Cremona (Foto Bruni)
L'ex Trieste Corey Davis, oggi alla Vanoli Cremona (Foto Bruni)

Finalmente si può tornare a parlare di basket giocato. La Pallacanestro Trieste va di scena al PalaRadi di Cremona, nell’inconsueto “Monday-night”, per provare a conquistare due punti preziosissimi. Di fronte alla compagine di coach Jamion Christian c’è una Vanoli molto diversa da quella dell’andata, soprattutto in termini di gestione tecnico/tattica (coach Pierluigi Brotto arrivato in corsa), ma anche di organico e di motivazioni.

Payton Willis (15.7 punti a partita), Christian Burns e l’ultimo arrivato, il nigeriano Godwin Omenaka, nonché il sempreverde Semaj Christon, hanno dato una quadratura diversa alla squadra, equilibrio ed esperienza.

Non a caso da una vittima predestinata alla retrocessione, è diventata la “scheggia impazzita” della massima serie, soprattutto fra le mura amiche. Le ultime uscite al PalaRadi parlano di 4 vittorie su 5 incontri disputati, facendo fuori anche una nobilissima Trapani, perdendo con Trento nella penultima stagionale di soli 3 punti.

Affidata spesso al tiro da oltre l’arco dei tre punti ( in Serie A con il 36.8%), può vantare giocatori “di striscia” come Corey Davis (42.2% da tre punti), il già citato Willis (35.9%), Tajion Jones (38.1%) e un insospettabile Stefan Nikolic (43.1%), giocatore straordinario per duttilità e presenza in ogni aspetto del gioco. È proprio l’ala belgradese il leader occulto della Vanoli Cremona, con la sua intensità difensiva e intelligenza tattica offensiva, mette in difficoltà qualsiasi diretto avversario.

La Pallacanestro Trieste ha un vantaggio notevole alla voce rimbalzi: 39.3 catturati a partita (4° posto assoluto) contro i 31.7 dei lombardi (16°) garantiscono secondi e terzi possessi, soprattutto con uomini non di reparto come Markel Brown, Jarrod Uthoff o Denzel Valentine. Poteva essere una statistica che materializzava uno squilibrio evidente, se non fosse che la formazione cremonese è corsa ai ripari con i 205 centimetri del lungo Omenaka.

In un’ultima analisi quella che è forse la peculiarità negativa che ha accompagnato la squadra di coach Christian nelle ultime uscite stagionali: partenza blanda a livello difensivo, mettendo così in ritmo dalla palla a due la squadra avversaria. Serve concentrazione dal primo secondo, imporre gioco e ritmo, comandando le danze da subito. Altrimenti, la Vanoli non aspetta altro di vivere un’altra serata da ricordare.

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