Cooke: «Ho avuto la tentazione di partire ma resto qui, rispetto le regole e l’Allianz»

Il centro biancorosso è l’unico straniero che vive da solo. «A casa faccio piegamenti, squat e un po’ di yoga»  
Foto BRUNI 12.08. 2019 Pallacanestro TS: Derek Cooke
Foto BRUNI 12.08. 2019 Pallacanestro TS: Derek Cooke

TRIESTE. Bloccato a casa, nel pieno dell'epidemia, senza il supporto della famiglia. Non è facile, per Derek Cooke, affrontare la quotidianità viste le restrizioni imposte dall'emergenza coronavirus. Gli allenamenti quotidiani erano il modo per vivere a contatto con i compagni di squadra e mantenere le relazioni sociali. Nonostante il momento difficile, il centro dell’Allianz nativo di Washington cerca di mantenere alto il morale continuando a sperare di poter tornare quanto prima alla normalità.

Come sta vivendo questa esperienza in Italia?

Per il momento mi limito semplicemente a fare ciò che la squadra e lo staff mi chiedono di fare. Il blocco totale imposto dalle autorità mi ha reso ancor più consapevole della situazione, cerco di comportarmi meglio che posso.

È in contatto con la sua famiglia? Cosa le chiedono? Cosa le dicono della situazione laggiù?

Sì, sono in contatto con la mia famiglia. Sono certamente preoccupati ma è un problema globale, non passerà molto tempo prima che anche loro si trovino a dover fronteggiare alcuni degli stessi ostacoli in cui siamo incorsi qui in Italia. Li tengo informati sulla situazione qui e spiego loro perché in questo momento sono necessarie le precauzioni che ci hanno imposto.

Come trascorre le sue giornate?

Facendo un po' di yoga, quel po' di esercizio che riesco a fare nel mio appartamento e per godermi un po' di meritato riposo.

Alcuni dei suoi compagni di squadra hanno deciso di tornare a casa, ha parlato con loro?

Si, sono in contatto con i compagni di squadra che hanno scelto di tornare a casa e rispetto la loro decisione di mettere la loro famiglia e la salute al primo posto.

È mai stato tentato di farlo anche lei?

Sì, ho avuto a volte la tentazione perchè la situazione stava peggiorando e con il blocco dei voli e tutto il resto non volevo restare bloccato qui con il rischio che la stagione venisse cancellata. Percio la risposta è sì, la tentazione l'ho avuta. Ma sono rimasto.

Sta cercando di mantenersi in forma, che lavoro fa a casa?

Per adesso faccio molti degli esercizi che ho imparato negli anni per l'equilibrio, la forza e la flessibilità. Faccio piegamenti e squat finchè non sento gambe e braccia stanche.

Pensa che inizieremo a giocare di nuovo quest'anno?

La mia opinione, onestamente, è che ci sia qualche possibilità di salvare la stagione ma penso anche che con tutto quel che è andato perduto, in termini di mancanza di allenamenti e fuga di giocatori, c'è il rischio che proseguendo si creino più ostacoli di quelli che possiamo immaginare. Parlo di riavere indietro i giocatori, facendoli tornare dagli Stati Uniti nel momento in cui la crisi, laggiù, sarà ancora in corso. O di programmare partite con alcune squadre, come quelle di Euroleague, Euro cup e Champions League che hanno già in programma molte partite che implicano la necessità di viaggiare: il rischio è di sfiancare i giocatori. Ultimo elemento, ma non meno importante: che costo ci sarebbe per i posticipi visto che gran parte dei giocatori saranno già in off season?

Riproduzione riservata © Il Piccolo