Consorzio e basket academy Così l’Alma prepara il futuro
TRIESTE. Che l’Alma vada o meno ai playoff il futuro non cambia: l’anno prossimo la squadra biancorossa sarà di nuovo ai nastri di partenza della serie A2. Ciò che invece di sicuro dovrà cambiare è il passo della progettualità della società, l’ampliamento della compagine societaria e della dirigenza a inizio anno ha proprio questo come scopo basilare. Approfittando della pausa del campionato e in attesa della sfida del 3 aprile a Treviglio che deciderà le sorti immediate dei biancorossi, vediamo un po’ di capire, con la guida del presidente Giovanni Marzini, come si sta muovendo la “nuova” Pallacanestro Trieste nella costruzione di un futuro più solido.
L’edificio che si sta provando a costruire si reggerà su 3 pilastri portanti: il settore giovanile, che verrà consolidato e possibilmente ampliato, un nuovo consorzio fra entità imprenditoriali che si sta cercando di mettere in piedi, per rimpinguare le casse del club, la gestione diretta del PalaRubini. Le fondamenta su cui tutto ciò poggerà restano le stesse: il pubblico, i tifosi che restano anima e primo sponsor dei biancorossi. Premesso che con il main sponsor Alma le cose vanno bene e che, come svela Marzini, «stiamo valutando un suo maggior coinvolgimento, pur garantendo sempre la “triestinità” del club, che deve rimanere patrimonio della città», si continueranno a coltivare i rapporti con i partner storici, grandi o piccoli che siano, e con la Regione per legare la squadra all’immagine turistica del Fvg.
Ma la prima novità è che “Trieste entra in gioco”, socio di maggioranza relativa del club, si è messa finalmente in moto concretamente. «Stiamo lavorando - spiega il presidente biancorosso - per presentare al più presto un consorzio di operatori locali che possano darci una mano. Un tipo di progetto che ha già avuto grande successo negli anni scorsi a Treviso, Varese, Trento (imprese, associazioni di categoria, professionisti, consorziati per garantire flussi di finanze fresche e costanti alla società, e dunque stabilità, ndr). Noi vogliamo proporlo anche a Trieste, sapendo bene che qui non c’è un tessuto economico e industriale di portata simile a quelli delle città appena citate. Lo stiamo costruendo quindi su livelli di sostenibilità per la realtà triestina».
In quanto al settore giovanile, in primis si vuole rendere più agevole la strada già tracciata da tempo: «Vogliamo superare i dissapori che ci sono stati negli ultimi anni con i club cittadini, ma stiamo parlando chiaro con tutti: vorremmo che i migliori ragazzi che vengono fuori dal grande serbatoio locale potessero almeno esordire in serie A2 con la maglia di Trieste. Poi non è che li terremmo prigionieri qui, se spiccassero il volo saremmo felicissimi e magari ci piacerebbe richiamarli per chiudere qui la carriera come è con Pecile. Ma intanto ringraziamo il BaskeTrieste, società satellite che rappresenta oggi il nostro vero settore giovanile». L’elemento di novità, in questo settore, è rappresentato dall’idea della foresteria, per poter allargare la base geografica di selezione dei prospetti interssanti. «Abbiamo avuto già un incontro con il Rettore dell’Università, al ritorno da Treviglio incontreremo anche il Cus e faremo visita a ex ospedale militare - anticipa Marzini -, la struttura ci pare ideale per creare una sorta di campus». Sarebbe un salto di qualità notevole, potrebbe portare Trieste all’avanguardia a livello assoluto. «Sarebbe la base per la nascita della basket academy prospettata da Eugenio Dalmasson, che per la nostra società sta diventando una figura strategica». Il primo fruitore di tutto ciò potrebbe essere proprio Lazar Scekic, il quindicenne prospetto di Novi Sad provato la scorsa settimana e che verrebbe volentieri a studiare e diventare un giocatore di basket qui da noi.
Terzo argomento, la gestione del PalaRubini. È da tempo che se ne studia la fattibilità, ormai dovremmo esserci: «Speriamo di siglare l’accordo con il Comune entro due settimane, siamo a un passo dalla chiusura dell’accordo - conferma il presidente -. È una priorità, consideriamo il palasport strategico per il futuro della società. E considerarlo la nostra casa potrebbe costituire la svolta per la Pallacanestro Trieste». Tanta carne al fuoco, quindi. Ma poco tempo per cuocerla, perchè questo è il periodo in cui andrebbe iniziata la programmazione della prossima stagione agonistica e quantomeno l’aspetto finanziario è fondamentale per poterla fare.
Tutta questa energia che si sta liberando suscita una domanda: il punto di arrivo di questo percorso sarà la serie A? «In questo momento fra A e A2 c’è un abisso economico, di forze, di ingaggi e di costruzione delle squadre. Partecipare costa come minimo il doppio, se non il triplo del nostro budget attuale. Io dico allora - chiarisce Marzini -, meglio essere protagonisti di una A2 di vertice che annaspare in codaalla serie A. Però è chiaro che se avremo una adeguata risposta economico-finanziaria a tutto ciò che stiamo progettando, avremo l’obbligo di programmare e costruire una struttura che ci porti in A. Ma per restarci e non per fare una semplice comparsata come sta facendo Torino quest’anno. Dobbiamo costruire un progetto solido, con i piedi ben piantati per terra. E non fare voli pindarici...».
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