Codia: Trieste mi dispiace ma devo pensare ai Mondiali
Lui non ci sarà. Una indisposizione lo tiene lontano dalla sua Trieste che festeggia i cent’anni della Triestina Nuoto con il meeting grandi firme alla “Bianchi”. Ed è un vero peccato. Perché Piero Codia – oggi tesserato Aniene/Esercito e di base a Roma - sarebbe tornato a casa, in quella vasca in cui tanto si è allenato da ragazzino, da campione europeo dei 100 delfino (o farfalla, come ufficialmente è ancora denominato lo stile), titolo conquistato l’estate scorsa a Glasgow, punto più alto di una carriera fatta anche di un altro oro europeo in staffetta nel 2012, oltre che di una lunga serie di podi tra individuale e staffetta in Europei, Europei in vasca corta e Universiadi e della partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016.
Piero Codia, cosa succede?
Dovevo prendere l’aereo per Trieste giovedì sera e invece sono qua, a Roma, bloccato da un’influenza intestinale: mi hanno fregato questi cambi repentini del tempo. Inoltre la propria settimana sono atteso a Budapest per la prima tappa dei Fina Champions Series, una gara a inviti dal format assai particolare visto che si è in quattro atleti per prova, e quindi devo pensare a rimettermi in sesto al più presto.
Anche perché c’è da strappare il tempo che vale il pass per i Mondiali di Gwangju, in Corea del Sud, nella seconda metà di luglio.
Esatto: ho già fatto il tempo di qualificazione con la staffetta, mentre sono arrivato a 6 centesimi dal limite per la gara individuale. Le prime occasioni per farlo sono proprio Budapest e poi la seconda tappa dei Fina Champions a Indianapolis e sono ottimista, perché il lavoro invernale è andato bene: ho conquistato la finale chiudendo poi ottavo ai Mondiali in vasca corta mentre agli Italiani sono andato, quanto a crono, perfino meglio di quanto fosse programmato.
Questo è poi l’anno preolimpico, il pensiero corre già anche a Tokio?
Per certi versi è inevitabile, ma nel nuoto per mettersi in tasca il biglietto dell’aereo per il Giappone varranno i tempi di qualifica che verranno segnati il prossimo anno, a parte, ad esempio, il podio mondiale di Gwangju che vale la qualificazione diretta. Quindi, intanto devo pensare a questa stagione: ma, lo ripeto, sono ottimista.
Intanto però questa influenza le fa saltare l’appuntamento con la sua Trieste, con il suo pubblico.
Già, e mi dispiace da morire… Ci tenevo davvero tantissimo a esserci, la “Bianchi” è stata casa mia per tantissimi anni. Io avevo iniziato alla “vecchia Bianchi” ma poi fino al 2008 ho nuotato, mi sono allenato al nuovo polo natatorio. Mi ricordo ancora benissimo quegli Europei del 2005 quando venne inaugurato ufficialmente l’impianto: ero in tribuna, da spettatore (all’epoca Piero non aveva ancora 16 anni, ndr) ad applaudire tra l’altro Laszlo Cseh, che in quella occasione vinse tre ori nei 100 dorso e nei 200 e 400 misti, e che poi mi sarei ritrovato come avversario diretto in tante gare a delfino e che avrei rivisto volentieri in questo meeting… Sì, quell’Europeo fu per me una grande emozione, un ricordo bellissimo che mi sarebbe piaciuto rivivere scendendo in gara. Ma non posso rischiare con la salute, devo pensare a rimettermi in prima possibile. —
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