Codia si racconta: «Quanta nostalgia per la vecchia Bianchi» VIDEO

TRIESTE Metti una mattinata al Piccolo assieme al campione. Lui è Piero Codia, il ventinovenne triestino fresco fresco vincitore del titolo europeo nei 100 farfalla (ma lui preferisce ancora chiamare il proprio stile “delfino”) con anche l’intervista in diretta sulla pagina Facebook del Piccolo - dove trovate l’intervista completa - seguita da migliaia di persone con decine e decine di commenti entusiastici.
E, con il Piccolo, Piero ha ricordato la sua meravigliosa avventura europea a Glasgow. «I 50 li avevo fatti malino e la cosa mi aveva un po’ buttato giù. La batteria dei 100 invece era andata bene, mentre la semifinale no, ultimo tempo di ammissione e quindi corsia 8 in finale. “Meglio così” mi ha detto il mio allenatore. E in effetti è stato meglio così: quando sono nelle corsie centrali tendo a guardarmi attorno, a controllare gli avversari. Insomma, tendo a distrarmi. E in finale già nei primi 50 ho capito di essere davanti, mi vedevo davanti... Poi, quando ho toccato ho girato la testa e ho visto in tribuna i miei compagni di nazionale esultare, ho capito... Ed è stata un’emozione immensa».
Ma con il Piccolo Piero Codia ha ricordato anche la sua storia di atleta, iniziata quando aveva cinque/sei anni e iniziò ad andare in piscina, alla vecchia Bianchi, perché anche la sorella maggiore faceva nuoto. «Ho iniziato con l’Edera per poi passare alla Triestina Nuoto. Che nostalgia ho per la vecchia Bianchi: ci sono cresciuto, lì ho fatto le prime gare... Ero un dorsista e sì, qualche titolo l’ho vinto anche a livello giovanile così come ho vinto qualche medaglia in varie gare. Ma non sono mai entrato nel giro delle Nazionali giovanili. Poi, dopo la maturità ho avuto la possibilità di andare a Roma, di passare all’Aniene, che davvero è, come dire..., il Real Madrid del nuoto, davvero il top. All’Aniene c’erano dei ragazzi che conoscevo, anche di Trieste, ho voluto provare anch’io questa esperienza: mi sono dato un anno per verificare come andavo e dopo dieci anni sono ancora lì. Ho trovato sin da subito un clima perfetto e anche l’impatto con la capitale, pur non facile, l’ho assorbito bene. E dire che invece ho visto in questi anni tanti ragazzi arrivare da ogni parte d’Italia e perdersi perché non hanno retto il salto».
A Roma Piero Codia si allena sotto la guida di Alessandro D’Alessandro e fa parte anche del gruppo sportivo dell’Esercito il che gli permette una certa tranquillità anche economica («In Italia - confida - di nuoto si vive solo se fai parte di un gruppo sportivo militare»).
Adesso, dopo qualche giorno di vacanza (si fa per dire: «il nuoto è così, non puoi smettere nemmeno di andare in vasca nemmeno un giorno») inizierà l’avvicinamento ai Mondiali in vasca corta di dicembre e quindi ai Mondiali in vasca lunga del prossimo anno. Perché, si sa, gli esami non finiscono mai. —
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