Codia, Rio ti aspetta: «Ora sogno due finali»

TRIESTE. L’ufficializzazione è arrivata soltanto domenica scorsa, a chiusura dell’Europeo di Londra. Piero Codia andrà alle Olimpiadi, sarà in gara nei 100 delfino a Rio 2016. Eppure solo un mese fa il nuotatore triestino sembrava tagliato fuori dai Giochi, nonostante, ad aprile, l’ottimo campionato italiano assoluto a Riccione con nelle eliminatorie il record italiano in 51”42 strappato proprio al rivale di sempre Matteo Rivolta, il lombardo vincitore poi in finale con 51’54” e qualificatosi così per Rio.
Piero Codia, alla fine però ce l’ha fatta: è arrivata la tanto sognata convocazione olimpica. Sì, dopo Riccione ero un po’ deluso, ma sapevo di avere ancora occasioni per centrare la qualificazione olimpica. E adesso che so di andare a Rio sono davvero felice: le Olimpiadi sono l’obiettivo di una vita per qualsiasi atleta. E poi ho lavorato duramente tutto l’inverno per questo.
L’Italia del nuoto ha vissuto un Europeo indimenticabile. Non è che siete entrati in forma troppo presto rispetto alle Olimpiadi? No, vi assicuro che la preparazione è tutta mirata su Rio. Io stesso all’Europeo non ero al 100 per cento. Piuttosto, quello che mi ha colpito moltissimo a Londra è stato l’ottimo clima che si respira all’interno della squadra. C’è una grande unità, tutti fanno il tifo per i compagni. E’ veramente molto bello.
Per lei a Londra è arrivata una doppia beffa, quarto nei 50 delfino e quarto soprattutto nei 100 delfino, la specialità olimpica, a 12 centesimi dal francese di colore Mehdy Metella... Sul momento c’è stata tanta rabbia, anche perché il tempo per il podio io l’avevo già fatto... Poi però passano i giorni e inizi anche a leggere in positivo quello che è successo: insomma, quel piazzamento con quel tempo vuol dire che sei lì, che te la puoi giocare.
Poi c’è stato l’argento nella staffetta 4x100 mista mista. E domenica l’annuncio che andrà a Rio. Con quale obiettivo? L’obiettivo primo è entrare in finale nei 100 delfino. Poi, essere anche il migliore degli italiani (ovviamente se la gioca con Matteo Rivolta, ndr) e quindi entrare nella staffetta mista con la quale conquistare almeno la finale.
Poi, dopo Rio probabilmente attorno a lei in nazionale assisterà a una ventata di rinnovamento generazionale. Beh, inizierà un nuovo quadrienno olimpico e quindi piano piano emergeranno i giovani che stanno crescendo: è naturale che ci sia un certo rinnovamento. L’importante è che rimanga il clima che si respira di questi tempi nel gruppo azzurro.
Nuotare a delfino, una specialità particolare... E infatti quando ero più giovane non facevo delfino: la svolta è arrivata sui vent’anni e mi sono scelto forse la specialità tecnicamente più difficile...
Sui vent’anni era arrivato anche il trasferimento da Trieste a Roma... ...da Chiarbola, dove abita la mia famiglia, al circolo Aniene, con il quale mi alleno ancora adesso. Sì, ho lasciato Trieste dopo il diploma al Nautico, ma la mia città mi è sempre rimasta nel cuore, non la dimentico mai e appena posso torno a casa. Qua a Roma però mi trovo benissimo e il mio circolo è davvero al top.
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