Ciclismo, dopo 60 anni un triestino va nei “pro”. Petelin: «È un sogno»

TRIESTE. La chiamata dal mondo del professionismo, alle volte, arriva per telefono, come nei film americani. A casa Petelin, a Opicina, risponde papà Max. Dall’altro capo della cornetta c’è Paolo Santello, preparatore atletico della Area Zero Pro Team, squadra ciclistica nata dalle ceneri della Acqua&Sapone, sodalizio che è stato sciolto un anno fa e che, fra le sue fila, ha avuto il discusso campione Danilo Di Luca. Santello chiede di Charly, il più grande dei due figli avuti da papà Max e mamma Miriam. Charly non è a Trieste, sta difendendo i colori della Palazzago Bergamo, la squadra che l’ha ingaggiato al primo anno della categoria Under 23, portandolo a correre nelle più importanti corse internazionali della penisola, quelle che consentono ai più giovani di mettersi in vetrina, facendo vedere che “si ha la gamba” e il carattere necessario per sfondare. «Quando possiamo vedere Charly – chiede impaziente il preparatore atletico al padre - , lo vogliamo nella nostra società». È un sogno che si avvera e per Charly, 19 anni e un diploma da geometra ottenuto dopo anni di studio e pedalate, si spalancano le porte del professionismo. Dopo i triestini Guido De Santi, Giordano Cottur e Gaetano Sarazin, protagonisti nelle tappe del Giro d’Italia dagli anni ’40 ai primi anni ’60, tocca a questo giovanotto di origine lussemburghese giocarsi una chance nel ciclismo che conta, dopo che un altro triestino, Walter Hubner, ci aveva provato senza troppe fortune vent’anni fa. La parabola ascendente del giovane Petelin, molto probabilmente, ha inizio due anni fa, quando Charly, al primo anno Juniores, viene inserito nel Gs Caneva, squadra del pordenonese. Il 2011 porta in dote tre vittorie, tutte importanti. Una di queste, però, rappresenta un biglietto da visita in grado di far parlare di sé. È il Gran Premio Vini del Roero, una classica internazionale che si svolge a Canale, in provincia di Asti. «È una corsa importantissima – spiega Charly - , che riesce a darti molta visibilità e a metterti a confronto con i migliori ciclisti del momento. L’ho vinta scattando agli ultimi 500 metri e tagliando il traguardo con una bicicletta di vantaggio sul secondo». La stagione successiva, passata con i colori del Pedale Ronchese, non regala nessuna vittoria, anche se la maglia verde, quella riservata ai migliori scalatori, viene assegnata a Charly al termine del Giro del Friuli Venezia Giulia e del Giro del Veneto. Il salto di categoria, soprattutto in termini di mentalità, arriva nel 2013, alla corte della Palazzago, società nota per la serietà e l’intransigenza nella preparazione dei propri atleti. «Quella di Bergamo – continua Charly – si è rivelata un’esperienza decisiva. Sono riuscito a concentrarmi solamente sul ciclismo, prendendo parte a corse di altissimo livello». Adesso il giovane triestino è chiamato alla nuova avventura del professionismo, con lo sport che diventa un lavoro. «Si è avverato un sogno che ho coltivato fin da piccolo. Ho firmato un contratto biennale e sento la grande responsabilità di questa scelta, anche se non vedo l’ora di indossare la nuova divisa e affrontare la prima gara. Prenderemo parte al calendario europeo, confrontandoci con atleti fortissimi di tutto il mondo». L’intera famiglia Petelin, compreso il giovane talento Jan, che pedala per la Danieli Buttrio, è pronta a trasferirsi in Veneto, «dove il ciclismo è una cosa seria». Da San Pietro di Feletto, infatti, partirà la rincorsa al nuovo sogno: i fratelli Petelin protagonisti con la stessa maglia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo