Cia: «Il mio gol fa sognare la Triestina»
«Non me l’aspettavo proprio di segnare, appena due anni fa giocavo in serie C2»

Michael Cia
TRIESTE Freddo, anzi, freddissimo, come si conviene a un vero bolzanino: quando sabato Michael Cia si è visto arrivare quell’assist da Princivalli, non ha perso la tramontana, come talvolta succede a giocatori ben più navigati di lui. Avrà solo vent’anni, ma la testa coperta dalla folta chioma bionda è ben piantata sulle spalle: Cia ha controllato la palla e poi ha sparato un siluro di sinistro in diagonale che ha messo ko Handanovic. Mettendo così la firma su un gol bellissimo, il suo primo in serie B.
Cia, cos’hai pensato quando hai visto arrrivare quella palla da Princivalli?
Lì in quel momento era importante fare lo stop e controllare bene la palla, poi mi sono trovato davanti al portiere. Era difficile, perché il portiere è pure saltato, ma l’ho tirata di controbalzo e gli è passata sotto. Che dire, sono contentissimo.
Cosa ti è passato per la testa appena hai visto la palla in rete?
Intanto diciamo che non me l’aspettavo proprio di segnare: il mio obiettivo per questa stagione era ottenere più presenze possibili, ma nella vita non si sa mai e arrivano anche queste belle sorprese. Sono stato contento per me ma soprattutto per la squadra, perché la Triestina sta andando veramente bene.
Quindi non sognavi nemmeno di trovare così presto un gol in questa avventura triestina?
Ripeto, non me l’aspettavo perché sta andando tutto molto velocemente: due anni fa giocavo in C2, poi la C1 e adesso già una rete in B. Però è vero che anche l’anno scorso ho realizzato cinque reti: infatti cerco di curare anche la fase difensiva, ma se c’è da spingere non mi tiro certo indietro.
Il tuo gol ha sbloccato una gara difficile: era davvero tosto questo Mantova?
È una squadra che si è chiusa molto bene: è vero che erano in tre dietro, ma alla fine giocavano in cinque in difesa e francamente era molto difficile trovare spazi durante la partita.
Si è già fatta viva l’Atalanta per farti i complimenti?
No, questo no. Però in queste ore ho sentito tantissima gente, non solo il mio procuratore ma moltissimi ex compagni che volevano appunto farmi i complimenti.
Questa Triestina marcia davvero forte: te l’aspettavi a inizio stagione?
Non si può mai dire prima quello che può succedere. Ci sono altre squadre che sulla carta come nomi sono più forti di noi, ma solo come nomi perché ora stanno dietro. Ma l’importante per noi adesso è rimanere sempre con i piedi per terra, conservare quell’umiltà che ci ha permesso di fare questi risultati. Non bisogna montarsi la testa solo perché siamo secondi in classifica, perché se continuiamo con questa umiltà possiamo arrivare lontani.
Come stai vivendo questo momento, in cui quasi sempre vieni utilizzato nel finale di partita?
Va benissimo così, ho appena vent’anni, non mi aspetto certo di giocare titolare e non posso certo essere arrabbiato se resto in panchina. Il mio compito è cercare di dare sempre il meglio, farmi trovare pronto quando entro in campo, insomma fare di tutto per dare una mano alla squadra e mettere in difficoltà il mister nelle sue scelte. Credo che la cosa importante sia soprattutto questa.
Il problema è che hai trovato davanti a te due esterni che girano a mille, vero?
Infatti, Testini e Antonelli stanno facendo benissimo e lo si vede anche dai risultati. Giusto che il mister faccia giocare chi sta meglio. E poi siamo appena all’inizio, la B è lunga, ci sono tante partite davanti a noi.
Entrare nei momenti decisivi, però, significa anche che il mister ha fiducia nei tuoi mezzi.
Sì, in effetti sono state tutte partite difficili, e non è semplice entrare in campo in certi momenti, l’aspetto mentale in questi casi è importantissimo. E per me è utile perché mi permette di fare molta esperienza.
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