Cantarello: "A Trieste una Nazionale che piace"

TRIESTE Davide Cantarello sta seguendo con grande attenzione gli allenamenti della nazionale italiana che domani, giovedì, alle 20.45, sul parquet del PalaRubini Allianz Dome, sfiderà la Croazia nel penultimo appuntamento del girone di qualificazione ai mondiali di Cina 2019. Il suo profilo si staglia sulla tribunetta sistemata sotto la Curva Nord, posto di osservazione privilegiato per tracciare un identikit della squadra che si appresta ad affrontare gli ultimi impegni di questa prima fase a gironi.
AMARCORD: Una lunga carriera con la maglia della nazionale quella di Cantarello (attuale allenatore nelle giovanili del San Vito) che, chiamato dall'allora ct Sandro Gamba, esordisce neppure ventenne a Ginevra contro la Svizzera il 4 febbraio 1988. Largo successo per gli azzurri che si impongono 112-81 con 15 punti del giovane Davide. Da allora 59 i gettoni accumulati con 217 punti segnati e un oro conquistato ai Giochi del Mediterraneo del 1993 con Ettore Messina in panchina.
AZZURRI: Quella contro la Croazia non sarà la miglior nazionale possibile. Le assenze di Belinelli, Gallinari, Datome e Melli, infatti, limitano il potenziale di un gruppo desideroso comunque di ben figurare davanti al pubblico triestino. «È giusto parlare di chi c'è - taglia corto Cantarello - perchè se sono qui a Trieste vuol dire che se lo sono meritato. Da ciò che ho potuto vedere in questi giorni di allenamento, l'Italia è un gruppo che cerca di non farsi condizionare dal talento dei singoli ma punta molto sul lavoro di squadra. In questo senso direi che Sacchetti ha portato anche in azzurro quella che è la sua filosofia e il suo modo di giocare».
CARATTERISTICHE: «Ho visto giocatori capaci di adattarsi a situazioni diverse - continua Davide - Se è vero che i lunghi hanno una doppia dimensione e tendono ad aprirsi per giocare sul perimetro è anche vero che ho visto i piccoli andare a giocare in post basso con l'idea di sfruttare i miss match. Diciamo che, parlando di un ruolo che conosco bene, il pivot che non deve tirare e deve pensare a piazzare blocchi e prendere rimbalzi ormai non esiste più».
VANTAGGIO: Può essere un vantaggio il fatto di non avere ruoli fissi? «Può esserlo se sfruttato bene - sottolinea Cantarello - Può diventare un problema nel momento in cui devi difendere e ti trovi ad affrontare giocatori che hanno una stazza superiore. Serve grande collaborazione non solo in attacco, dunque, ma anche in difesa dove tutti devono sacrificarsi per i compagni. In questo senso lo spirito "operaio" di questo gruppo può essere un grande valore aggiunto».
GIOVANI: Curiosità nel clan azzurro viene destata da Niccolò Mannion, figlio del mitico Pace, che a Trieste sta assaggiando il clima della prima squadra dopo aver incantato con le rappresentative giovanili. «Ero curioso di vederlo, ho avuto la fortuna di parlare con il papà in questi giorni a Trieste e mi raccontava che Nico sta vivendo questo raduno con grande tranquillità, consapevole della necessità di entrare in punta di piedi. L'ho visto giocare, mi hanno colpito la sua fisicità. Non sembra, ma devo dire che ha mezzi atletici davvero notevoli».
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