Cambiano i "passi"
TRIESTE. Dal primo ottobre la Fiba pone un ulteriore passo di avvicinamento verso la Nba: la regola dell’ infrazione di “passi” verrà uniformata con quella statunitense, rendendo meno categorica la valutazione del “piede perno” (quello che in origine era tassativamente obbligato a stare piantato a terra prima di mettere palla a terra). In sostanza con pallone in movimento, la ricezione del giocatore con un piede ancorato al parquet, renderà l’altro piede definito “di raccolta” non conteggiabile ai fini dei due passi che causano l’infrazione di passi.
Se da un lato quindi si torneranno a vedere le famose “virate” a canestro (rotazioni sul piede d’appoggio in movimento), molto spettacolari e di elevato valore tecnico, dall’altro si renderà la ricezione e partenza in palleggio materia per tutti, anche per chi non è un fine esecutore dei “fondamentali”. Questo “condono cestistico” garantirà un vantaggio enorme agli attaccanti rispetto ai difensori, quel famoso primo passo agevolato che rende devastanti giocatori Nba nel calibro di Lebron James o James Harden.
Anche l’arbitraggio viene messo nelle condizioni di sbagliare meno, con una controindicazione sanguinosa: qualora la regola venisse interpretata in maniera troppo libertina, il rischio di passeggiate sul campo da basket è concreto, come la stessa Nba dimostra in innumerevoli casi. Insomma l’atletismo e la fisicità sembrano fare giurisprudenza anche nelle stanze dei bottoni della Fiba, l’esigenza di una “regola comune a livello mondiale, che rifletta al meglio l’azione sul campo” (nota originale Fiba ndr.) è la maniera elegante di inchinarsi al sacro potere del campionato di basket più ricco e potente al mondo.
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