CALCIOFantinel dà la scossa: "Chi non si impegna resta fuori"
Il presidente della Triestina sta cambiando volto alla squadra per non rivivere le angosce della passata stagione: "In queste prime settimane ho visto troppi giocatori senza le motivazioni necessarie"

Stefano Fantinel
TRIESTE
«Ho capito che, dopo una stagione come quella passata, serve una ventata di aria fresca». Ha superato indenne due mesi di agonia tra la LegaPro (a un certo punto per 48 ore messa in discussione dalla burocrazia federale) e la serie B. E ora che l’obiettivo perso sul campo è stato raggiunto il presidente Fantinel può cominciare a fare i conti. Quelli economici, con il ripescaggio hanno ricevuto una boccata d’ossigeno, quelli con chi sul campo ha fallito sono ancora sul tavolo. Lo staff è stato azzerato (anzi, non c’è stato bisogno di colpi di mano, De Falco compreso) e adesso tocca ai giocatori. Gli acquisti già portati a casa e le voci sulla campagna di innesti non lasciano adito a dubbi. Una buona parte dei protagonisti delle ultime stagioni (almeno sei o sette giocatori) o faranno le valige o saranno accantonati.
Presidente l’anno scorso è stato fallimentare sul piano sportivo. Ora assisteremo a una rivoluzione?
«Bisogna cambiare l’anima a squesta squadra. Credo sia necessario rigenerare un gruppo che l’anno scorso si è spento. E anche in queste prime settimane di preparazione non ci è sembrato che molti giocatori abbiano le motivazioni necessarie per rialzare la testa. Sono tutti bravi ragazzi e ottimi professionisti ma dopo qualche stagione in una città come Trieste si rischia il rilassamento».
D’accordo, ma molti sono ancora sotto contratto. Hanno il diritto di restare nella Triestina che quei contratti ha sottoscritto e questa loro scelta comporterebbe un aggravio di costi pesante.
«Io ho già parlato chiaramente con quelli della vecchia guardia. Chi non dà alla società e allo staff tecnico determinate garanzie o si trova un’altra sistemazione o va fuori rosa. Si tratta di sei-sette giocatori che hanno ancora un contratto di un anno. Non credo che convenga nemmeno a loro e al loro futuro restare sostanzialmente fermi».
Ma poi ci sono quelli che hanno un contratto più lungo come Godeas e Princivalli. Come intende muoversi la società?
«Con Nicola dobbiamo parlare perché è reduce da una serie di gravi infortuni. Per quanto riguarda Godeas invece, sentito anche Iaconi, credo abbia capito che non è venuto a Trieste per svernare. Ha avuto un’annata difficile ma può essere ancora utile alla causa sia quando gioca che quando resta in panchina».
Sul taccuino degli arrivi ci sono già cinque giovani e sono annunciati cinque acquisti di peso. Il volto della squadra è destinato a cambiare.
«Siamo coscienti di prenderci questo rischio. Perché dopo una retrocessione, poi rientrata giustamente perché altri non avevano le carte in regola per restare in serie B, è inevitabile: dal punto di vista tecnico, sotto l’aspetto morale e anche perché il pubblico, che è un nostro patrimonio, si aspetta questa nuova politica. Ci sono parecchi giovani che dobbiamo valorizzare perché sono una delle nostre risorse anche per il futuro. Del resto così è successo in questi anni per Cacciatore, Siligardi, Pasquato ma anche Ardemagni e Agazzi. Poi abbiamo bisogno di puntellare soprattutto il centrocampo con uomini di qualità».
Le voci di mercato parlano dell’intresse della sua società per Iori, Lunardini, Pesce. Giocatori importanti per la categoria che negli ultimi anni non sembravano essere nelle disponibilità dell’Unione. Cos’è cambiato?
«Sono cambiate le condizioni di mercato. C’è un migliaio di giocatori senza contratto perché molte società professionistiche sono saltate. E noi dobbiamo allestire una squadra competitiva perché non possiamo sbagliare.
Ma nello specifico non ci ha ancora detto quali sono stati gli errori dell’ultima stagione.
«Lo farò in questa settimana. Lunedì (oggi ndr) ho convocato un consiglio nel quale prenderemo decisioni importanti (tra tutte la nomina del nuovo diesse ndr). Poi traccerò pubblicamente il bilancio di una stagione che, come ho detto, si è conclusa soltanto mercoledì scorso. E grazie alla nostra tenacia questi due mesi di battaglie burocratiche, che sono però di sostanza, si sono conclusi con la permanenza in serie B. E ora dobbiamo fare tutto il possibile per tenercela stretta. E sul campo».
I tifosi hanno chiesto un confronto con il presidente. Pretendono delle spiegazioni sul passato. Farà questo incontro?
«Sì, adesso posso parlare ai nostri supporter. Capisco e hanno ragione di essere delusi ma la società sa che senza di loro non si va da nessuna parte. Loro ci hanno dato una mano fino all’ultima partita, le istituzioni cittadine si sono adoperate per mantenere la B. Si è creato un buon clima e da questo dobbiamo ripartire».
Ha qualche idea per invogliare i cittadini a venire allo stadio?
«È ovvio che la campagna abbonamenti parte in ritardo e ci sono anche problemi per l’introduzione della tessera del tifoso. Ma credo che riiusciremo a superarli. La prossima settimana metterò giù un progetto assieme al mio staff che, anche su questo fronte, è esperto e competente».
Da dove si ripartirà?
«Da gruppo con uno spirito nuovo e da una vittoria ottenuta solo cinque giorni fa: la serie B».
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