Calcio dilettanti, San Luigi: missione serie D

La formazione è campione d’inverno dell’Eccellenza regionale. Peruzzo: «Con più costanza possiamo centrare l’obiettivo»

Riccardo Tosques
Il San Luigi esulta sul campo dell’Ufm. Fotoservizio Katia Bonaventura
Il San Luigi esulta sul campo dell’Ufm. Fotoservizio Katia Bonaventura

Il girone di andata più equilibrato della storia dell’Eccellenza regionale? In molti si sono posti il quesito in queste ultime settimane è la risposta pare unanime: sì, molto probabilmente, sì.

Terzo miglior attacco e sesta peggior difesa. Con nove vittorie, quattro pari e quattro ko non si può certo dire che il San Luigi sia una schiacciasassi.

Eppure i biancoverdi hanno chiuso la prima parte di campionato laureandosi campioni d’inverno: niente male per una squadra che l’anno scorso ha sudato le proverbiali sette camicie per mantenere la categoria.

Il presidente del San Luigi, Peruzzo
Il presidente del San Luigi, Peruzzo

Presidente Peruzzo , tornare in serie D sarebbe fattibile e sostenibile per il San Luigi?

«In questo momento, nonostante la classifica, non ho di questi pensieri. Sotto certi aspetti saremmo contenti, anzi: vincere un campionato sarebbe il massimo. Chiaro però che poi dovremmo avere qualcosa di più solido alle spalle per evitare di ridiscendere subito giù: la serie D è un mondo davvero complicato».

Eppure siete lì in alto, da soli. Se lo sarebbe aspettato?

«Non siamo una corazzata e non mi sarei aspettato fossimo primi al termine del girone di andata. Tamai e forse Codroipo erano le due formazioni accreditate per fungere da ammazzacampionato. Invece siamo tutti lì, in pochissimi punti. Mi sarei accontentato di rimanere nel lato sinistro della classifica ed evitare i patimenti dello scorso anno».

Avete perso qualche punto per strada?

«Sì, ma qualche punto lo abbiamo anche preso. Devo dire che ci sta girando tutto bene. L’unico rammarico è la partita persa in casa con la Pro Gorizia che abbiamo sbagliato in pieno. Ci manca ancora costanza per crescere».

Le partite dove ha capito che la sua squadra ha le qualità per giocarsela sino in fondo?

«Quelle col Tamai. In campionato abbiamo vinto in trasferta. In Coppa siamo usciti dopo due incontri in cui avremmo meritato di più».

Il ritorno di Max Pocecco. L’anno scorso una salvezza non scontata, quest’anno campione d’inverno. Poce può aprire un nuovo ciclo al San Luigi?

«Sì. Pocecco è bravo. È un allenatore che mi piace. Un uomo di società. Ha delle buone idee. E sa farsi rispettare».

Parliamo del vostro punto di forza: i giovani. Baby Brunner e soci la stanno convincendo?

«Mi stanno stupendo, a dire la verità. Noi nell’ultimo match abbiamo giocato con quattro fuori quota (Brunner, Marzi, Vagelli e Osmani, tutti classe 2007, ndr). Poi abbiamo fatto esordire De Panfilis e Zecchini. Il top di dicembre è stato Vagelli».

La squadra rivelazione del torneo è il San Luigi?

«Non solo. Dico anche Muggia 1967 e Chiarbola Ponziana. I biancocelesti non sono un novità, ma si stanno ripetendo ad altissimi livelli. I rivieraschi hanno creato un mix molto buono».

Carlevaris, Olio e Cofone Fotoservizio Katia Bonaventura
Carlevaris, Olio e Cofone Fotoservizio Katia Bonaventura

Chi sarà in pole fino alla fine per salire in D?

«Ufm, Pro Gorizia, Tamai e San Luigi. Avrei detto anche il Kras Repen ma nelle ultime uscite mi ha deluso».

Il recupero di Andrea Carlevaris sarà determinante per il girone di ritorno?

«Lo spero. Lo stiramento del tendine è un problema ancora vivo. Ci auguriamo di riaverlo a pieno regime a partire da metà gennaio».

Il ritorno degli ex che erano infortunati sta dando i suoi frutti?

«È un altro nostro punto di forza. Villanovich, Tonini, Cofone, Andreasi, Olio. Tutti ex che hanno accettato di rientrare nei ranghi del San Luigi e rimettersi in gioco. Una bella soddisfazione».

Cosa si aspetta dall’anno nuovo?

«In questo momento sono molto, molto soddisfatto. Ho una squadra importante, unita anche nei momenti difficili, che è prima in Eccellenza. Ma anche con i Juniores siamo in vetta. C’è solo un presidente in Fvg che può vantare questo risultato, evidentemente frutto di un lavoro ultradecennale del settore giovanile. Quindi mi auguro di proseguire su questa autostrada anche nel 2025. E poi vedremo cosa accadrà». 

 

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