Baldasso: «Playmaker? No problem»

La guardia dell’Alma adattata al nuovo ruolo per l’assenza di Prandin. «Il ruolo mi piace, ma devo trovare gli automatismi»
Di Lorenzo Gatto

TRIESTE. «Il play-maker? È un ruolo che mi piace. L'ho fatto in passato, quando ero più piccolino, poi con il passare degli anni mi sono trasformato in guardia. Ma portare palla non è un problema. Certo, ho bisogno di tempo per ritrovare i giusti automatismi e confido nelle indicazioni e nell'aiuto dello staff tecnico per farlo nella maniera migliore». Lorenzo Baldasso racconta così la sua evoluzione all'interno dell'Alma dopo l'infortunio che ha costretto Prandin a saltare la sfida con Roseto e a prendersi una pausa per recuperare dallo strappo alla coscia destra rimediata a Ferrara.

Assieme a Pecile, Lollo ha giostrato da play aggiunto aiutando Bossi a gestire la squadra in un match delicato come quello di domenica. «È stata una partita difficile - racconta - credo che la cosa più importante sia stata vincerla anche se un pizzico di rammarico per non essere riusciti a rovesciare la differenza canestri nello scontro diretto c'è. Il primo tempo non ha rispecchiato il modo in cui vogliamo giocare, per fortuna nella seconda parte di gara siamo riusciti a ritrovarci. Molto più solidi, molto più collaborativi tra noi: in poche parole, molto più squadra». Match vinto nel finale anche grazie alla bomba scagliata da Baldasso in un momento delicatissimo della partita. Roseto stava provando a rientrare, la tripla del 72-65 segnata da Lorenzo è stata il punto esclamativo sulla partita biancorossa.

Un canestro importante per un giocatore che, in partita, non riesce ancora a esprimere quanto di buono è capace di fare in allenamento. «Me ne sono reso conto anche io - ammette Baldasso - e davvero non so spiegarmi questa differenza. In allenamento certe cose mi riescono, in partita meno. Devo solo lavorare come sto facendo e il fatto di avere la fiducia dei compagni è comunque una cosa che mi aiuta». Una chiave di lettura, guardando la squadra da fuori, può essere il maggior egoismo dei singoli in un gruppo leggermente diverso da quello della passata stagione. Quest’anno la palla esce molto meno per gli esterni e le situazioni per colpire dal perimetro si riducono inevitabilmente. «Il sistema è lo stesso - il parere di Baldasso - forse sono cambiati un po’ i protagonisti. Lo scorso anno con Pipitone, Canavesi e Landi avevamo giocatori con caratteristiche differenti».

Archiviata Roseto si pensa adesso a Chieti. Un’altra partita da prendere con le molle, per evitare pericolosi passi falsi. «Lo scorso anno ci abbiamo perso - conclude Lorenzo -. Quella abruzzese è una buona squadra, allenata bene e capace, in casa, di dare sempre qualcosa in più. Per noi il solito esame in trasferta. Non sarà facile, ma quest'anno va così. Basti pensare quanto abbiamo sofferto per portar via i due punti da Ancona nella sfida contro Recanati, che è ultima in classifica».

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