Arriva il D-day per la serie C: la Figc si pronuncia sullo stop. I club si aspettano indicazioni

Oggi il Consiglio Federale dovrebbe ratificare o bypassare le decisioni votate dall’Assemblea della Lega Pro e proporre delle linee di indirizzo sul futuro
Francesco Ghirelli in una immagine dell'11 marzo 2019..ANSA/CIRO FUSCO
Francesco Ghirelli in una immagine dell'11 marzo 2019..ANSA/CIRO FUSCO

TRIESTE È arrivato il D-Day per la serie C oppure le 60 società coinvolte dovranno digerire un altro rinvio? Stavolta il Consiglio Federale non è stato rinviato come l’8 maggio.

E questo è il segnale che dal nutrito ordine del giorno una qualche indicazione dovrà appunto arrivare. La Triestina e tutti i club di serie C si attendono in primis che venga ratificata la chiusura del campionato riconoscendo la volontà espressa a grande maggioranza dall’assemblea di Lega.

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Ma già questo primo punto non è poi così scontato. Forse la Federcalcio riconoscerà l’impossibilità materiale di svolgere la regular season (con promozione in B di Monza, Vicenza e Reggina) ma potrebbe avallare quell’ipotesi di play-off che un nutrito numero di presidenti (16 compreso Milanese) aveva votato in sede di assemblea di lega per la determinazione della quarta posizione (con 23 in favore del merito sportivo che premierebbe il Carpi, mozione passata con 17 astensioni).

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C’è poi la questione delle retrocessioni e dei ripescaggi, bloccata anche questa dalla votazione (stavolta a grande maggioranza) ma non prevista dai regolamenti della Figc.

Ma se l’assise presieduto dal presidente Gravina dovesse bocciare in parte due deliberazioni e mezza della Lega Pro il presidente Ghirelli andrebbe in difficoltà e potrebbe consumarsi un frattura nel board (12% Lega A, 5% Lega B, 17% LegaPro, 34% Lnd, 20% Aic, 10% allenatori e 2% arbitri) poco auspicabile in questa situazione.

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La Federcalcio non ha mai nascosto il suo indirizzo strategico di voler tornare in campo a meno di uno stop di fatto sancito dal Governo.

E se gioca la A per coerenza non andrebbe applicato il merito sportivo (almeno in toto) per la B e la C. Ad ogni modo il blocco delle retrocessioni andrebbe a compromettere i format di tutte e tre le serie.

E su questo aspetto difficilmente la Figc potrà tergiversare. Quel che ci si può aspettare dal Consiglio odierno, oltra a una chiusura probabile dei campionati dilettanti, è il pronunciamento di una serie di prospettive per chiudere la stagione interrotta: se si gioca e con quali tempistiche e poi un’eventuale scadenza temporale per piombare i tornei e il criterio per definire promozioni e retrocessioni.

Ma c’è un altro aspetto che tocca soprattutto il futuro della serie C. I club si aspettano dalla riunione di oggi a mezzogiorno che si cominci a delineare una possibile riforma che venga incontro alle criticità economiche del sistema. E cioè se si può cominciare a ragionare sull’esistenza di 60 licenze nazionali riservate ai professionisti rispetto alle 100 attuali. E se la scrematura va fatta subito o, come vorrebbero i regolamenti federali, va impostata per la stagione 2021-22.

Insomma la speranza dei club è che da oggi ci sia un po’ più di chiarezza per programmare l’immediato (pagamenti dei tesserati, allenamenti, protocolli sanitari) e la prossima stagione. —


 

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