Andretti: io e Lady Gaga al centenario di Indianapolis

Passerella trionfale per il campione di Montona. La gara vinta dalla scuderia del figlio
Mario Andretti e Lady Gaga a Indianapolis
Mario Andretti e Lady Gaga a Indianapolis

TRIESTE. Una passerella trionfale. L’ovazione del pubblico di Indianapolis, qualche giro di pista insieme a una popstar di fama planetaria. A 76 anni, con una storia personale passata dal dramma dell’esodo da Montona ai trionfi nell’automobilismo e alla ricchezza negli Stati Uniti, Mario Andretti non è certo un tipo capace di emozionarsi facilmente. Rispetto alle ultime presenze a Indianapolis, tuttavia, quella di domenica scorsa ha un sapore speciale. Lo confessa, con la spontaneità di sempre, lo stesso Andretti: «Sono orgoglioso di essere stato uno dei protagonisti delle celebrazioni per il centenario della 500 Miglia. Mi hanno fatto sfilare insieme a Lady Gaga. Una coppia originale? Vero, ma mi sono divertito. Un paio di giri su una biposto a 200 all’ora. Una bella festa. Ma il motivo maggiore di gioia è stato un altro».
Più della passerella trionfale, possibile?
«L’affetto del pubblico mi fa sempre piacere ma a Indianapolis non abbiamo mica fatto solo festa. L’evento principale resta la gara, ed è stata vinta dal team di mio figlio Michael. Sul successo dell’esordiente Alexander Rossi, insomma, c’è l’impronta anche della dinastia Andretti. E farlo a Indy vale doppio.»
A voler essere rigorosi, la prima 500 miglia di Indianapolis risale al 1911. Fanno 105 anni, non cento.
«Ma per cinque anni non si è corso, quindi i conti tornano. Certo, vedere ora le immagini delle prime manifestazioni fa un certo effetto. Il primo vincitore andava a 120 all’ora...»
Concluse le celebrazioni a Indianapolis, si è rimesso in viaggio per rispettare i tanti inviti. L’ultima visita in Italia l’ha portata a rivivere momenti anche dolorosi della sua infanzia.
«Lucca mi ha insignito della cittadinanza onoraria. Trascorsi in Toscana otto anni, da bambino, in un centro profughi dopo che la mia famiglia era stata costretta a lasciare Montona. Anni difficili, per un ragazzino che non poteva capire cosa stava succedendo. Ma sono stati anche anni formativi, mi ha fatto piacere che si siano ricordati di me».
Risale a quegli anni l’avvicinamento al mondo dei motori.
«Vidi passare la Mille Miglia. Un colpo di fulmine».
Anche Montona, del cui Comune in esilio è sindaco, la attende.
«Ci tornerò. Gli inviti non mancano. Naturalmente».
Storico grande tifoso della Ferrari, crede che il Mondiale possa regalare qualche soddisfazione alle “rosse”?
«Posso sperarlo ma quello che vedo non è ancora abbastanza. Non bisogna pensare solo alla Mercedes campione del mondo perché adesso si è rimessa in gioco anche la Red Bull e lo scenario diventa più complicato. Tifo Ferrari ma mi rendo conto che dovremo soffrire ancora».
 

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