Andretti: bentornata Alfa Romeo

TRIESTE. Bentornata Alfa Romeo. Torna in Formula 1 dopo un'assenza di oltre 30 anni. Ha siglato con Sauber F1 Team una partnership pluriennale che prevede una cooperazione a livello strategico, commerciale e tecnologico. Il nome ufficiale della squadra sarà Alfa Romeo Sauber F1 Team. L’annuncio lo ha dato Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca (Fiat Chrysler Automobiles), che sabato svelerà i dettagli dell’operazione.
La notizia del ritorno del Biscione nel Circus della Formula 1 è stato accolta con entusiasmo dagli appassionati. Uno dei primi tweet di soddisfazione è arrivato da Nazareth, Pennsylvania. «Il ritorno dell’Alfa Romeo è un evento enorme. Bravo Marchionne». Firmato Mario Andretti.
Il campione di Montona guidò la monoposto italiana nel Mondiale di Formula 1 1981 e il ricordo di quell’esperienza è tutto da raccontare.
Andretti, è stato tra i primi a esultare per il ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1.
Certo! Alfa e Ferrari insieme rappresentano l’orgoglio italiano nel Mondiale. È sempre prestigioso quando i grandi marchi tornano ad alto livello. Si parlava da tempo di un ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1 e Marchionne ce l’ha fatta.
Lei ha corso per il Biscione nel Mondiale ’81. Non andò troppo bene. Un quarto posto all’esordio negli Usa e poi poco altro...
Calma, questo è quello che raccontano le statistiche. La storia in realtà è più complessa. Riguarda le “minigonne” e l’ingegner Chiti.
Carlo Chiti, toscano, in Ferrari e in Alfa, uno dei grandi personaggi di un’epopea della Formula 1 che non c’è più.
Lui. Alla fine del Mondiale 1980, corso con la Lotus, avevo due offerte: l’Alfa Romeo, appunto e la McLaren. Scelsi il Biscione perchè era italiano ma anche perchè avevo visto Giacomelli l’anno scorso disputare un ottimo Gp degli Stati Uniti che non riuscì a concludere per la rottura del motore. Capii però che, lavorandoci su, quella monoposto sarebbe stata competitiva.
Un buon debutto e poi, invece..
Tutta colpa delle minigonne!
Precisiamo: Mary Quant non c’entra.
Macchè moda. Le minigonne erano componenti aerodinamici per aumentare l’aderenza, roba da fine anni Settanta. Nel 1981 in realtà ufficialmente non dovevano esserci ma tutte le scuderie avevano comunque un sistema idraulico che permetteva di fatto di abbassare le monoposto mentre gareggiavano. La prima a “frodare” il sistema fu la Brabham in Argentina. Nelson Piquet volava. Nessuno voleva mettersi contro Bernie Ecclestone e tutte le altre scuderie copiarono l’esempio. Tutte meno una.
L’Alfa Romeo.
Appunto. L’ingegner Chiti non voleva saperne. Tutti gli altri aggiravano il divieto senza problemi e lui era l’unico a resistere. “Ne va del buon nome e del prestigio dell’Alfa Romeo”. Peccato, perchè quell’anno il mezzo era tutt’altro che malvagio. A Le Castellet, Gp di Francia, volli togliermi lo sfizio. Prime prove, settimo tempo. Parlo con i meccanici. “Proviamo ad abbassare la monoposto come fanno tutti”. Il risultato? Netto miglioramento e secondo tempo. Andai a provocarlo. “Ingegner Chiti, ha visto?” Non volle sentir ragione neanche quella volta. E a fine anno lasciai a malincuore l’Alfa Romeo. Sarei rimasto volentieri.
Ovviamente è difficile pretendere che l’Alfa Romeo sia subito protagonista nella F1 2018.
Naturalmente. Dopo il Mondiale vinto meritatamente da Lewis Hamilton perchè le Mercedes erano superiori non resta che sperare nella riscossa della Ferrari. Quest’anno è stata l’unica vera rivale della Mercedes, magari nel 2018 se la lascia dietro.
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