Anche la CorriTrieste dice stop: uno spiraglio per fine stagione

La gara era in programma per il 24 maggio. Il presidente della Promorun Gamba: «Vorrei l’edizione numero 18 ma in ottobre allestiamo la Corsa dei Due Castelli»
Michele Gamba con i partecipanti di una precedente edizione di CorriTrieste
Michele Gamba con i partecipanti di una precedente edizione di CorriTrieste

TRIESTE Anche la Corri Trieste, prevista per domenica 24 maggio, è stata costretta ad alzare bandiera bianca. La manifestazione, targata Asd Promorun, negli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente, contribuendo a rilanciare la capacità attrattiva di un'area affascinante della città come il Porto Vecchio e accogliendo sulla linea di partenza nomi di spessore.

Il problema di un possibile recupero dell'evento viene affrontato con il presidente della società organizzatrice Michele Gamba.

Gamba, le priorità in questo momento sono altre ma state pensando a cosa fare quando la situazione globale tornerà ad una situazione di normalità?

Difficile parlare di date, perché il lavoro di costruzione di un nuovo calendario da parte della federazione regionale e nazionale si prospetta difficile e ricco di interrogativi. La mia speranza è chiaramente quella che la Corri Trieste possa diventare maggiorenne (sarebbe infatti la diciottesima edizione) entro la fine della stagione, tuttavia voglio ricordare come in ottobre sia prevista anche la Corsa dei Due Castelli, che potrebbe contribuire alla ripresa turistica della città dopo questo periodo difficile. Come Promorun abbiamo cercato sempre di valorizzare le bellezze del territorio e la laboriosità dei triestini, continueremo a farlo ancor di più nel futuro.

Recentemente è stata presentata una petizione con 3000 firme, che richiedeva la possibilità di tornare a svolgere attività fisica individualmente...

Un'iniziativa del genere deve essere rispettata e non giudicata. Tuttavia credo che il dovere di tutti in questo periodo sia quello di rimanere in casa.

Lo scorso gennaio lei è entrato a far parte del nuovo consiglio degli Atleti Azzurri d'Italia di Trieste. Con quali obiettivi?

Siamo una squadra giovane e composta da persone che hanno vissuto sulla propria pelle il mondo del professionismo. Credo che potremo svolgere un ottimo ruolo di collante tra le società sportive, le istituzioni e la scuola. Vorremmo anche portare negli istituti scolastici le nostre esperienze da ex professionisti per trasmettere il messaggio, troppo spesso sottovalutato in Italia, che per raggiungere grandi traguardi bisogna coltivare il sacrificio, l'impegno e la costanza.

Lei è stato uno specialista del mezzofondo e fondo. Come valuta adesso lo stato di salute del panorama tricolore in queste specialità?

Oggi l'Italia può vantare in pista e su strada delle punte di ottimo valore ma dietro ai primissimi delle graduatorie ci sono dei distacchi esagerati. Manca profondità in un movimento che dovrebbe porsi degli interrogativi. Colgo l'occasione per ricordare Donato Sabia, scomparso pochi giorni fa, un'anima pura che ho avuto l'onore di conoscere e un atleta che è stato capace di disputare due finali olimpiche sugli 800 m.

Chiudiamo con un amarcord. Quali sono i ricordi più belli del suo passato da professionista?

I raduni trascorsi sulle alture del Kenya e della Namibia, dove correvi per chilometri nella savana, accompagnato solamente dai movimenti degli animali e sentivi crescere in te un senso di libertà. —


 

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