Allianz Trieste, ancora uno stop ma Milano è troppo forte
Quinta sconfitta nelle ultime sei partite per i triestini battuti al Forum 102-84. Buon primo tempo in equilibrio, alla distanza prevale la maggior classe
ASSAGO. Non è sempre tempo di miracoli. Compiute due imprese, sbancando il Forum l’anno scorso e ammutolendo l’Armani a Valmaura nel girone d’andata, Trieste ricade sulla terra e ad Assago finisce come capita a tutte le altre squadre della A nostrana (102-84). Referto rosa agli uomini di Messina e del Poz e la consolazione del «Beh, almeno ci abbiamo provato». E Trieste ci prova. Benissimo nei primi 10 minuti, bene in quelli successivi, così così nel terzo quarto e inchinandosi con tanto di centello sul groppone nell’atto conclusivo.
Doveva dare segnali di reazione, Trieste, dopo le apatiche ultime prove. Si vede più voglia di lottare ma qualsiasi valutazione è inevitabilmente rivedibile. La cifra tecnica dell’Armani è così superiore che paradossalmente fa allentare la pressione agli sfidanti. Sarà negli scontri diretti sangue, sudore e lacrime che la squadra di Ciani dovrà dare un volto definitivo alla sua stagione.
L’Allianz in quintetto di partenza ripropone l’istituzionale Davis-Banks-Mian-Gražulis-Konate, Milano ha un parco stranieri illimitato tanto da variarne tre rispetto all’ultima partita di campionato con Tortona (Shields al rientro dopo oltre due mesi, Mitoglou e Tarcewski dentro per Hall, Bentil e Hines). Nello starting five c’è spazio per l’ex Alviti. Gražulis protagonista per Trieste nel primo quarto con 7 punti in 5 minuti, quando va a rifiatare si assiste al ritorno sul parquet di Alessandro Lever dopo due mesi. Allianz sul pezzo, recuperando dal 12-7, impattando al 5’ e sorpassando 12-15 con un 8-0 propiziato da due tripe di Davis. Ciani fa turnover, largo anche a Delia, Capogrande e Alexander da guardia. I primi dieci minuti si spengono sul 19-17 Armani.
L’Allianz ha già fatto capire di non voler fare da vittima sacrficale e se qualcuno non lo avesse capito ci tiene a ribadirlo. La voce più stentorea ha influenze lettoni. Al 3’ del secondo quarto Gražulis è già in doppia cifra. Si sveglia anche Alexander e con una tripla porta Trieste sul +7 (24-31 al 13’). Con quattro pedine uscite dalla panchina e il solo Banks (peraltro ancora a secco) dei titolari in campo, l’Allianz tiene botta. Alexander adesso ha compiti di regia e il suo lo fa. Altra rimescolata di quintetto. Konate si gasa con una stoppata e un tap-in. La truppa di Ciani, insomma, combatte giocandosela alla pari con l’unica italiana in Eurolega fresca vincitrice della Coppa Italia esposta a bordo campo prima della palla a due. L’Armani tuttavia ha troppa classe e mestiere per non apprfittare di ogni possibile sbaglio altrui. Una bomba presa in campo aperto e fallita, un pllone banalmente perso da Konate e prima Ricci e poi Daniels dai 6,75 annullano lo sprazzo triestino mandando al riposo sul 44-40. Nella prima parte sorprendono Banks in valutazione negativa e i rimbalzi offensivi biancorossi più numerosi di quelli lombardi.
Alla ripresa dopo l’intervallo l’Armani mostra fretta di chiudere scavando un solco, Trieste cerca di opporsi. Primo canestro di Banks al 23’. Ma dall’altra parte Shields ha una voglia dannata di ristabilire il feeling con il canestro. E Milano per la prima volta allunga in doppia cifra (58-47 25’). L’Allianz apparentemente paga lo sforzo fatto per restare finora in equilibrio. Banks però ci ha preso gusto e adesso imbuca, Campogrande lo imita. Allianz, sostenuta da una ventina di tifosi al seguito, di nuovo in corsa (67-60 28’) ma l’Armani smorza subito gli entusiasmi chiudendo la terza frazione sul 72-60.
Altra sgasata milanese in apertura dell’ultimo quarto, con il vantaggio che si dilata al +18, sostanzialmente chiudendo l’incontro. Si fa vedere il buon Delia ma è troppo poco per far riscrivere la fine - ormai scontata - del match. Fa bene al cuore però vedere Andrejs Gražulis imbufalirsi per una rimessa non data sul meno 17. Il lettone ha voglia di giocarsela fino alla fine, nonostante tutto. Magari si può ripartire da atteggiamenti come questo.
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