Addio all’olimpionico Trani decano dei tecnici della Svoc di Monfalcone

Bruno, monfalconese classe ’28,

prese parte ai Giochi di Roma ’60

come atleta per poi diventare

ct della nazionale presenziando

a Los Angeles ’84 e Seul ’88

Michele Neri

MONFALCONE. Erano gli anni del secondo Dopoguerra quando la Svoc, sfornando un campione dietro l’altro, arrivò a diventare un punto di riferimento della vela italiana, per mantenere questo livello, generazione dopo generazione, fino a oggi.

Uno degli uomini simbolo di quel periodo d’oro (dal 1948 al 1976 la società di via Agraria produsse 6 atleti olimpionici, presenti in 8 edizioni della rassegna a cinque cerchi), Bruno Trani, è scomparso martedì all’età di 94 anni dopo aver frequentato fino all’ultimo la società, tanto da partecipare all’assemblea che domenica 30 gennaio aveva eletto presidente Stefano Chiarandini, genero dello stesso olimpionico di Roma 1960.

Monfalconese, classe 1928, Trani iniziò l’attività alla Svoc a 12 anni, esordendo con una vittoria nella sua prima regata giovanile, una prova della classe Dinghy svoltasi a Trieste. La svolta avviene a metà degli anni ’50, quando la Svoc diviene la culla dei Finn grazie alle imprese di Adelchi Pelaschier, olimpionico di classe nel ’52 a Helsinki e poi nel ’56 a Melbourne. Il cantiere di Monfalcone, dove peraltro Trani trascorse tutta la carriera lavorativa, accanto a transatlantici e petroliere costruiva in quel periodo anche i Finn ordinati dalla Federazione Italiana Vela e l’attività velica legata a questo scafo originario della Svezia esplose.

Dopo Pelaschier, il più talentuoso era Trani che cominciò a farsi strada: primo alla regata nazionale di Napoli nel ’57, secondo al campionato italiano organizzato proprio a Monfalcone, 6° alla regata internazionale Francia ’58, conquistò la possibilità di giocarsi la qualificazione olimpica alla regata di selezione disputata a Napoli e vincendola ottenne il pass per Roma 1960 (le regate olimpiche furono disputate nella stessa Napoli). Fu l’apice della carriera, anche perché nel ’63, non prima di un bronzo nel Campionato italiano, dovette ritirarsi dalle scene agonistiche per problemi ad un ginocchio. Negli anni ’70 cominciò l’ascesa verso i vertici federali iniziando a collaborare con la commissione sportiva olimpica. Negli anni ’80 Trani diventa a tutti gli effetti allenatore della nazionale: la prima esperienza in azzurro da tecnico federale arriva ai Giochi del Mediterraneo, in Marocco nell’83, per poi togliersi la soddisfazione di tornare alle Olimpiadi anche da tecnico, a Los Angeles nel 1984 e a Seul nel 1988.

Tra i suoi allievi sono numerosissimi quelli arrivati a Mondiali, Olimpiadi, e fino alla Coppa America, tra questi Paolo Semeraro, Roberto Benamati, Francesco De Angelis, Marco Mercuriali, Flavio Favini, Marco di Natale, Federico Stopani e Mauro Fioretto. I funerali di Bruno Trani, che lascia la moglie Mariucci e i figli Gabriella e Fabio, si svolgeranno domani alle 11.30 nella chiesa della Beata Vergine Marcelliana a Monfalcone.

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