Abbagnale: il remo nella storia del Paese

Il presidente federale ospite sabato al Museo Istriano
Genova, fascia di rispetto Pra. la regata delle repubbliche marinare. Giuseppe Abbagnale.
Genova, fascia di rispetto Pra. la regata delle repubbliche marinare. Giuseppe Abbagnale.

TRIESTE- Più che una storia di sport, una favola. Una favola d’oro. Il lieto fine è datato 1928, ma quella storia iniziò tre anni prima quando un impiegato dell’Azienda del Gas di Isola d’Istria, il piranese Renato Petronio, decise di mettere insieme un 4 con (lui sarebbe stato proprio il “con”, il timoniere) per andare alle Olimpiadi. Tre anni di allenamenti e testardaggine per portare ad Amsterdam il 4 con della Canottieri Pullino composto da Valerio Perentin, Giliante D’Este, Nicolò Vittori Giovanni Delise e dallo stesso Renato Petronio: un impiegato, due contadini, un carpentiere e il quinto muratore. Gareggiare e vincere. Era il 19 agosto 1928: fu il primo oro di un 4con nella storia azzurra.
La storia di questo mitico armo nato nel circolo dedicato alla memoria di Giacinto Pullino, è raccontata anche nella mostra dedicata agli “Sport del mare” in Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia, mostra voluta dall’Irci di Trieste allestita al Museo istriano di via Torino 8, a Trieste, che sabato riceverà un ospite particolare: alle 16 sarà infatti visitata da Giuseppe Abbagnale, ieri campione inarrivabile del remo nel mitico 2 con il fratello Carmine e il timoniere Peppiniello Di Capua (due ori e un argento olimpico e sette ori, due argenti e un bronzo mondiali) e oggi presidente della Federcanottaggio.
Ad accoglierlo, il presidente dell’Irci Franco Degrassi: «Siamo onorati di questa presenza che conferma una volta di più l’attenzione del presidente federale Abbagnale per il movimento remiero di questa città e di questa regione che affonda le sue radici anche nella storia sportiva dell’Istria».
«La nostra Federazione - ricorda Giuseppe Abbagnale - compie quest’anno 130 anni: come dire che abbraccia tre secoli e che ha attraversato tutte le vicende storiche del nostro Paese vivendole in prima persona. Comprese le complesse e drammatiche vicende delle vostre terre che, come dimostra la vicenda della Pullino, sono sempre state grandi protagoniste anche nel nostro sport. E allora vengo a Trieste proprio con questo spirito: conoscere da vicino, ammirare le glorie di questo nostro amato sport».
In questi momenti, diciamo così, “particolari” per lo sport con la volontà del Governo di spogliare di competenze il Coni («Perché questo intervento a piedi uniti per colpire un ente che funziona e funziona bene? Perché senza alcun confronto con noi che siamo i presidenti delle federazioni? Perché proprio in questo momento mentre entriamo nell’anno preolimpico, fondamentale in vista di Tokio 2020?» s’interroga Abbagnale) il presidente del remo italiano si gode comunque il buon stato di salute della sua federazione. «È vero che siamo confortati nei numeri del reclutamento di forze nuove, ma è anche vero che perdiamo molti ragazzi attorno ai 15/16 anni: purtroppo in Italia resta ancora troppo difficile conciliare come si deve l’attività scolastica con quella sportiva. I problemi iniziano proprio con le superiori ed esplodono con l’università: insegnanti e dirigenti scolastici sono assolutamente poco attenti all’impegno sportivo dei nostri giovani, il modello anglosassone è lontano anni luce. E allora, o un giovane ha la fortuna di entrare in un gruppo sportivo militare o, se vuole studiare, non può pensare di completare il proprio cammino sportivo ad alto livello».

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