«A Trieste per riscoprire mio nonno, Tiberio Mitri»

Il viaggio del nipote del campione: «Per anni non ho potuto stargli vicino e avrei voluto conoscerlo di più. Sono stato tra gli ultimi a vederlo prima della morte»
David Mitri, al centro, in piazza Unità con la compagna e Alviano Fabris, figlio del manager-poeta Bruno Fabris (Bruni)
David Mitri, al centro, in piazza Unità con la compagna e Alviano Fabris, figlio del manager-poeta Bruno Fabris (Bruni)

TRIESTE. «Sono venuto a Trieste per capire meglio chi era mio nonno, Tiberio Mitri. I luoghi dove aveva vissuto, i ricordi. Vorrei averlo frequentato di più. Un pezzo della sua vita che manca anche alla mia».

Potete chiamarlo viaggio sentimentale, quello appena compiuto a Trieste da David Mitri. Romano, 37 anni, di professione personal trainer, è il nipote del campione triestino di boxe scomparso nel 2001. Il talento del ring che sfidò Jake La Motta a casa sua, al Madison Square Garden. L’uomo che costruì un sogno sposando la più bella donna d'Italia ma venne messo ko dalla vita.

Tiberio Mitri e Fulvia Franco
Tiberio Mitri e Fulvia Franco

Nei giorni scorsi David Mitri, insieme alla sua compagna Mary, ha visitato i luoghi più significativi della storia triestina del nonno, ha incontrato persone che hanno accompagnato parte della sua vita, ha scoperto nuovi amici. Il destino, si sa, qualche volta segue percorsi contorti. David conserva ricordi di quand'era bambino, fino ai 9 anni, e c'era un dolce nonno. Poi, ci sono i ricordi di David già giovane uomo, con un nonno ritrovato ma già segnato dalla malattia. In mezzo, anni di vuoto, una dimenticanza subìta, determinata da separazioni, rancori familiari ed equivoci.

«Nonna era Fulvia Franco, Miss Italia del 1948. Era ancora bellissima, nonostante il passare del tempo. Ho sempre pensato che il suo con Tiberio fosse un rapporto di odio e amore. Dopo la separazione non avevano più contatti diretti, però, attraverso le parole dei conoscenti comuni, era come se uno seguisse sempre l'esistenza dell'altro».

Nel viaggio sentimentale di David a Trieste anche la chiesa di Sant'Antonio Nuovo, dove il 10 gennaio 1950 almeno settemila triestini si accalcarono sul sagrato per salutare la coppia più bella del mondo, o così almeno i rotocalchi dell’epoca si divertirono a ritrarla. Il campione e la miss. Nel viaggio delle emozioni anche quelle, forti, dolorose, della Risiera di San Sabba, dove Tiberio giovane promessa venne portato e da dove venne liberato - grazie all'intercessione della madre e di conoscenti legati alla boxe- 12 ore prima di venir fatto salire a forza su un convoglio diretto in Germania.

Tiberio Mitri
Tiberio Mitri

LA GIACCA Nel viaggio sentimentale di David anche l'incontro con Alviano Fabris, figlio di quel Bruno maestro di boxe e procuratore e anche poeta, ché a Tiberio mai si circondava di personaggi banali. «Mi ha regalato una giacca da capitano marittimo appartenuta a mio padre (Alex, morto drammaticamente ad appena 30 anni, ndr). Mi ha detto che l'aveva notata tra i tanti oggetti che nonno conservava nel suo appartamento a Trastevere. "Ti piace? Prendila, te la regalo" aveva detto ad Alviano. E lui l'ha conservata per 30 anni». Fino al giorno in cui, in piazza dell’Unità d’Italia, ha potuto consegnarla, emozionato, al figlio di chi un giorno l’aveva indossata.

Nel viaggio sentimentale di David anche l'abbraccio con Gianna, la sorella 92enne di Tiberio, tenace custode della sua memoria. «Ancora combattiva, mi ha permesso con la sua testimonianza di ricostruire i fotogrammi più intimi della personalità di nonno».

Un bagaglio di ricordi ed emozioni che David ora porterà a Trastevere. «Mi sono sempre chiesto perchè nonno Tiberio avesse scelto di abitare a Trastevere. Forse ora ho capito davvero il motivo: è un paese nel cuore della città, un posto dove ci si saluta ancora per strada, chiamandosi per nome. Ti trovi a Roma ma stai anche passeggiando in un mondo a parte. Trastevere voleva bene a nonno. Lo aveva adottato. Per la gente era semplicemente "il campione". Non importava avesse ormai lasciato quell'ambiente e fosse invecchiato. Rimaneva comunque "il campione"».

RITROVARSI «Saputo che era rimasto solo, avevo voluto riavvicinarmi per cercare di dargli un aiuto. Provavamo a recuperare quel rapporto che era stato spezzato. Ero andato a trovarlo anche il giorno prima della morte. L'Alzheimer era il nemico più spietato tra quelli affrontati. Mi aveva raccontato che stava iniziando una nuova terapia, sperava potesse servire. Ci eravamo salutati così, un giorno come gli altri».

Forse David Mitri è stato l'ultima persona a vedere in vita il campione. Alle 6.48 del 12 febbraio 2001, alla periferia di Roma, il treno Roma-Civitavecchia travolse un anziano che, in stato confusionale, vagava in mezzo ai binari.

Un passaporto, recuperato da un agente della polizia ferroviaria, dette un'identità a quel poveretto.

Era Tiberio Mitri.

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