La Triestina calcio e quei punti per la salvezza
Al termine del girone d’andata la quota è leggermente più bassa del passato: alla squadra di Tesser serviranno una trentina di punti per evitare i play-out
Nonostante l’ambiente alabardato sia esaltato dai 7 punti in tre partite contro squadre di rango dopo mesi di depressione e di digiuno, Tesser fa bene a ricordare a ogni occasione che guadagnare la salvezza non sarà una passeggiata, anzi. E lo mostrano i numeri, perché anche dopo questo terzetto di partite a passo di primato, la Triestina si trova ancora al penultimo posto a ben sei punti dalla salvezza diretta.
Ecco, proprio la quota salvezza può essere oggetto di un’interessante riflessione adesso che il girone di andata è finito. È ovviamente superfluo sottolineare che l’Unione dovrà avere ben altro passo rispetto al girone di andata per salvarsi, in pratica d’ora in poi dovrà viaggiare oltre il doppio del ritmo tenuto finora. I 14 punti raccolti in queste prime 19 partite sul campo (13 in classifica per la penalizzazione), devono diventare infatti una trentina nel girone di ritorno per poter ambire alla salvezza diretta.
Il calcolo arriva dai precedenti della serie C, in particolare dal girone che negli ultimi anni ha visto impegnati gli alabardati, ovviamente considerando i campionati a 20 squadre e tralasciando l’anno del covid.
Senza contare il fatto che a pari punti sono stati spesso decisivi gli scontri diretti se non addirittura la differenza reti, il viaggio a ritroso parte dallo scorso anno quando ci si è salvati a 44 punti, ma al giro di boa la squadra che occupava il sestultimo posto (quello che permette di evitare i play-out) era a quota 20. Due anni fa, quando l’Unione passò per i play-out, è stato necessario fare 46 punti per salvarsi, mentre alla fine del girone di andata la sestultima era a quota 22.
Andando ancora indietro, tre campionati fa ci si è salvati a 42 punti (a metà strada la quota salvezza era a 20), prima ancora a 41 (al giro di boa la sestultima era a 18) e ancora indietro a 42 (20 punti per la sestultima alla fine del girone di andata).
Tutti questi dati, oltre a tracciare una finestra tra i 41 e i 46 punti per raggiungere la salvezza a seconda delle stagioni, confermano un trend decisamente significativo: le pericolanti nel girone di ritorno vanno un po’ più forte di quello di andata e la quota inevitabilmente finisce per alzarsi.
Sarà per la fame crescente di punti salvezza, o perché nel finale incontrando squadre senza motivazioni si fa risultato più facilmente, fatto sta che raddoppiare la quota salvezza dell’andata per ottenere quella di fine campionato non basta.
In questa stagione attualmente al sestultimo posto, con il quale si eviterebbero anche i play-out, c’è la Pro Vercelli a quota 19. Non bisogna dunque concludere che la quota salvezza sarà più o meno a 38, perché probabilmente saranno necessari dai 40 ai 43 punti per ottenere la salvezza.
Questo significa che la Triestina dovrà fare almeno 30 punti per arrivare al traguardo, e anche se sull’onda dell’entusiasmo sembra tutto facile, l’obiettivo non è per nulla banale. Certo, ora c’è il fattore Tesser, e ci sarà anche una sessione di mercato guidata da Delli Carri per migliorare ulteriormente la squadra.
Però fare 30 punti significa comunque tenere la marcia che nel girone di andata ha avuto il Trento, attualmente al settimo posto. In effetti l’Unione di queste settimane sta già dimostrando di valere ben di più, ma la partenza a forte handicap dalla quale è scattata la rincorsa, fa sì che la salvezza bisognerà comunque sudarsela. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo