Crisi Triestina calcio: arrivati solo i soldi per pagare i giocatori
A questo punto i tifosi delusi hanno come unico obiettivo di sostenere il gruppo di Tesser che merita rispetto

In una giornata convulsa, con la pressione delle dead-line federale in scadenza a ore, con quella della squadra che si è presentata in sede a chiedere lumi, alla fine una somma di denaro dagli States è arrivata. Quanto sia l’importo il club non l’ha comunicato. Ma poco importa.
Una cifra non sufficiente
La cifra arrivata non è stata comunque sufficiente a coprire per intero gli adempimenti previsti per non incorrere nella sanzioni. E quindi, è facilmente immaginabile che chi mercoledì ha dovuto materialmente gestire la situazione è stato costretto a fare i salti mortali.
Questo è quanto trapela senza ufficialità alcuna. Per saperne di più probabilmente bisognerà attendere gli eventuali ma assai probabili deferimenti o un comunicato del presidente.
E allora la Triestina ha percorso la strada della sopravvivenza quella già attuata in occasione dell’ultima scadenza. Due mesi di tempo e giorni di tensioni per arrivare a una soluzione che sostanzialmente rinvia la resa dei conti di qualche settimana con l’obiettivo che la squadra sul campo ottenga la salvezza.
Rimane un milione
C’erano da saldare all’incirca due milioni (arretrati compresi)? Mercoledì è stato iniettato un milioncino o giù di lì per la squadra. Le imposte sono in stand-by. E sulla prossima stagione, se ci saranno i deferimenti graverà -5 o -6 in classifica. Meglio che sia arrivato qualcosa che niente dirà qualcuno.
Ma ci sono anche i collaboratori del club che attendono quanto spetta loro da un bel po’ e che, sembra, siano stati rassicurati che entro l’inizio di maggio riceveranno qualcosa. E lo stesso vale per altri che certamente vantano crediti. La mossa di mercoledì sottende una serie di interpretazioni.
Le interpretazioni
Gli attuali investitori o nuovi vogliono vederci chiaro sul futuro (serie C o D fa la differenza) e hanno messo il chip minimo sul piatto. Oppure è intervenuto Rosenzweig con i suoi per non far affondare la baracca che precluderebbe la continuità aziendale e altre operazioni (la vendita magari a un altro fondo). È indubbio che l’azione degli americani dimostri l’esistenza di un interesse a tenere in vita il club. Le logiche americane possono sfuggire ma chi metterebbe dell’ulteriore denaro se ha già deciso di mollare?
I tifosi e la città però, dopo aver preso atto che l’arrivo di Lbk ha salvato due anni fa l’Unione dal fallimento e dei 25 e passa milioni messi sul tavolo e consumati, non può non sentirsi ferita e preoccupata. Superato con danni (anche se non deflagranti) questo ostacolo ce ne saranno altri ben più pesanti (5/6 milioni) da qui a metà giugno e vanno superati anche per tentare l’iscrizione al prossimo torneo (se sarà la serie C). E poi il presidente Rosenzweig aveva dichiarato che le inadempienze del 16 febbraio erano state un incidente di pianificazione e che tutto sarebbe stato sistemato. Così non è stato anche se in due mesi tante cose possono cambiare ma le parole di fronte a una comunità sono macigni e semmai vanno corrette in corso d’opera in nome della tanto sbandierata trasparenza.
La credibilità della squadra
Al momento l’unica credibilità rimasta è quella del gruppo squadra guidato da Attilio Tesser e accompagnato e protetto da Daniele Delli Carri. Il loro sforzo sul campo ma anche quello mentale va sostenuto in queste ultime due partite che loro e tutti vorrebbero fossero le ultime. Ma anche se si dovesse andare ai playout l’obiettivo è di non mollare. Perché quello che loro hanno fatto in questi mesi è l’unica cosa da salvare di questa stagione. Anzi, delle ultime due. —
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