Per la Triestina calcio settimane in salita

L’handicap della penalizzazione pesa in un momento clou. La squadra adesso è chiamata a gare dure e decisive

Ciro Esposito
Il capitano della Triestina Omar Correia in azione contro la Pergolettese foto Lasorte
Il capitano della Triestina Omar Correia in azione contro la Pergolettese foto Lasorte

Si è appena chiusa la settimana più difficile dell’era Tesser e se ne apre un’altra da gestire con molta cautela. Le inadempienze nei pagamenti da parte della società hanno dato una mazzata alla classifica ma non solo. Tesser minimizza e fa bene sugli effetti che la decisione del Tfn abbia potuto avere sui giocatori. Il lavoro quotidiano evidentemente prosegue secondo i programmi ma quell’ambiente (il rapporto squadra-società-pubblico) che, nonostante tutto si stava rasserenando, ha subito un’altra frizione come se non fossero bastate quelle dell’ultimo anno.

La mortificazione delle fatiche dei giocatori (i punti ottenuti sul campo) e quelle dei tifosi non sono e non devono diventare un alibi ma sono un dato di fatto con il quale fare i conti. È una situazione che magari non pregiudica il rendimento della Triestina ma può minarne la serenità specie quando non arrivano le vittorie. La squadra poi, sta attraversando un periodo non di stanchezza ma di minor brillantezza fisica e mentale, rispetto a un mese fa.

La pressione nel dover racimolare più punti possibile dopo le prime inguardabili sedici giornate, l’età non giovanissima di alcuni protagonisti, gli infortuni che si fanno sentire e una panchina non infinita sono tutte componenti che si fanno sentire durante le partite. Anche perché questa fase centrale del torneo di terza serie è da sempre caratterizzata dalla carica agonistica messa a terra specie dalle squadre meno attrezzate sul piano tecnico. Tutti hanno una motivazione più forte rispetto a tre mesi fa per raggiungere quanto prima l’obiettivo stagionale della salvezza o dei playoff. I tecnici preparano la partite alzando il livello dei falli, del gioco rude, delle marcature esasperate e questo atteggiamento fa alzare il numero di infortuni e rende più complicato esprimere un gioco lineare.

Lo si è visto nel match di domenica pomeriggio con la Pergolettese che è squadra molto ben attrezzata per mantenere la categoria, con un budget minimo a disposizione. Dalla gara del Rocco sono usciti acciaccati Ionita e Bianconi mentre la fluidità del gioco dell’Unione è stato ostacolato dalla gabbia costruita attorno al perno del centrocampo Correia. Il calo nel ritmo degli alabardati ha fatto sì che di occasioni (traversoni a parte) ne siano state costruite pochine.

Il momento è cruciale perché un calendario beffardo costringe la Triestina (e tutta la C) a giocare due partite nell’arco di tre giorni e per giunta contro un avversario come l’Albinoleffe che naviga in una zona tranquilla ma non può rilassarsi troppo in chiave playoff e poi una Pro Patria quasi alla disperazione.

La Triestina deve uscire da questo miniciclo se non con slancio almeno senza le ossa rotte e non solo sul piano dei risultati. Poi restano da giocare 6 partite nelle quali si deciderà la salvezza con o senza playout.

L’Unione dovrà affrontare le prime tre della classe ma questa, per come è impostata la squadra, può essere anche una condizione favorevole. Serve affrontare le prossime sfide con i piedi per terra, con lucidità e senza entrare nel panico per risultati eventualmente non soddisfacenti. Il cammino di questo gruppo dimostra che l’obiettivo è raggiungibile anche con l’handicap penalizzazione. Anche se il cammino è in salita. —

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