Triestina calcio, Rigoni crede in Tesser
L’ex Triestina e Novara non ha dubbi sul tecnico alabardato.
«La sua storia parla da sé. La curva Furlan? Ricordi magici»
C’è un nome che fa trait d’union fra Novara, Triestina (che domani si affrontano al “Piola”) e Attilio Tesser: è quello di Marco Rigoni, talentuoso centrocampista ora 44enne, che ha giocato in entrambe le squadre (con l’Unione dal 2003 al 2006) e sempre con l’attuale tecnico alabardato in panchina.
Rapporto speciale con Tesser
Rigoni, che a Novara con l’allenatore di Montebelluna fu protagonista del doppio balzo dalla C alla A, con Tesser conserva tuttora un rapporto speciale: «Ci sentiamo spesso – dice Rigoni –. Lui è stato felicissimo di tornare lì, Trieste è nel suo cuore, del resto è così che ti senti quando una piazza ti fa stare bene e anch’io quando posso ci torno volentieri. Lui è consapevole che la piazza lo voleva a tutti i costi per come ci si era lasciati un anno fa».
L’impatto immediato di Tesser ha colpito e non poco anche Rigoni: «A giudicare dai primi risultati, il suo ritorno è stato clamoroso: ha pareggiato in casa della prima e ha vinto con la seconda. Certo, la strada resta difficilissima, ma so come fa stare lui l’ambiente, per questo dico che ci sono ottimi presupposti perché la Triestina arrivi alla salvezza».
Il giudizio sul coach
Per i tanti anni passati assieme, dalla bella esperienza in alabardato e quella storica col Novara, Rigoni ha un giudizio molto chiaro su Tesser: «Per me è fin troppo semplice parlare di lui. Sono di parte perché sono stato suo giocatore e ho ancora un rapporto importante a livello umano, ma lo reputo una persona straordinaria. Sul suo valore da tecnico parla per lui una storia fatta di numeri, risultati e persone: è sempre stato un allenatore a livelli altissimi. Io con i suoi modi mi sono trovato benissimo, e lo possono dire quasi tutti i giocatori. Dico quasi, perché è impossibile accontentare tutti».
Legami con l’allenatore a parte, Rigoni ricorda ancora con piacere le stagioni vissute in alabardato. In fondo l’Unione è stata la squadra dove ha giocato di più dopo il Novara. «A Trieste sono stati anni bellissimi, ero arrivato a gennaio dopo un lungo infortunio, ho dovuto capire di nuovo bene la serie B. L’anno seguente si è ripartiti con Tesser e abbiamo sfiorato i play-off, un’annata importante nella quale sono venuti fuori giocatori come Aquilani e Mantovani. L’anno successivo ci salvammo ai play-out, però ricordo una piazza che ti fa sentire davvero giocatore e una curva Furlan magica».
Poi la partenza da Trieste in piena epoca Tonellotto, altre esperienze, quindi la chiamata del Novara dove nel frattempo era arrivato proprio Tesser.
Le emozionanti promozioni
E furono anni di storiche ed emozionanti promozioni, con Rigoni che si è sempre rivelato decisivo: «Quell’esperienza partì soprattutto come una scommessa con me stesso, ma cosa sarebbe successo nessuno poteva saperlo. Furono tre anni incredibili, compreso quello della serie A, perché anche se arrivò una retrocessione immeritata, per me fu comunque una stagione magica: 11 gol, tanti assist e il secondo posto al Fantacalcio dietro a Pirlo nel mio ruolo». Una bella rivincita per uno che nel settore giovanile della Juve veniva visto come il nuovo Del Piero, prima che sfortuna e infortuni ne limitassero le potenzialità.
Il ritiro arrivò già a 34 anni proprio per i tanti infortuni, poi un ruolo da dirigente nel Novara, quindi l’addio: «Ci fu un cambio societario, preferii guardare altrove. Andai allo Sparta Novara e fu un’esperienza bellissima con i giovani. Da un po’ ho deciso di tornare a casa a Padova. Cosa faccio? Nel calcio o trovi una situazione seria dove metti sul tavolo conoscenze ed esperienze per il tuo incarico, oppure è tutta aria fritta. Quindi preferisco aspettare l’occasione giusta, altrimenti farò altro».
E domani per chi tiferà Rigoni? «Per entrambe sono in palio punti importanti, forse più per la Triestina. Chi tifo? Vinca il migliore». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo