Triestina calcio, dopo 17 giornate finalmente non incassa gol

TRIESTE Chi ha detto che il 17 porta male? All’Unione non sembra proprio, visto che esattamente alla diciassettesima giornata la squadra alabardata è riuscita a sfatare un fastidioso tabù stagionale, quello che la voleva sempre trafitta da almeno una rete.
Contro la Feralpi, infatti, per la prima volta in questo campionato la Triestina è finalmente riuscita a concludere una partita con la porta inviolata, oltre a sciorinare una prestazione convincente e intensa per tutti i 95 minuti di gara. Un segnale di luce importante, perché quello dei zero “clean sheet” stava diventando, oltre che un pesante dato statistico, anche una zavorra mentale che a un certo punto delle partite inevitabilmente affiorava. Anche se sotto accusa in questi casi ci finisce sempre la difesa, è noto che quando si prendono tante reti vengono coinvolti anche gli altri reparti in quella che, non a caso, complessivamente si chiama fase difensiva.
Sotto questo aspetto, Pavanel potrebbe aver trovato finalmente l’assetto in grado di garantire una certa copertura e una buona solidità, anche se ovviamente ora dovranno arrivare le controprove. C’è innanzitutto una questione tattica, perché una difesa a quattro e un centrocampo a tre, soprattutto quando c’è un Gori in forma a fare da perno centrale davanti al reparto arretrato, oltre a essere una delle soluzioni preferite dal tecnico, è forse il sistema che meglio si adatta alle caratteristiche dei giocatori alabardati per riuscire a mantenere un certo equilibrio.
Ma poi è anche una questione di uomini: domenica è stata adottata una soluzione vista molto poco in questa stagione. Schierare Ghislandi a destra e Ciofani a sinistra, ha permesso non solo una diligente copertura sulle fasce, ma anche una buona spinta offensiva sulle corsie. In mezzo la coppia Di Gennaro e Sabbione ha funzionato, anche perché quest’ultimo nel suo ruolo naturale mostra maggiori sicurezze e, in attesa dell’infortunato Sottini, offre al momento maggiori garanzie di Rocchi.
Ma non è una soluzione totalmente inedita. Anzi, è uno schieramento che per un paio di volte si era visto a inizio campionato, adottato all’epoca da Bonatti, e che aveva anche funzionato in modo soddisfacente. Era esattamente questo infatti il quartetto difensivo in campo a Novara, quando la Triestina una volta andata in vantaggio, riuscì a resistere sul campo di una delle squadre più forti del girone fino agli ultimi minuti, prima di subire il pari in mischia. Stesso schieramento anche nel match successivo al Rocco con la Pro Vercelli, dove il gol al passivo arrivò ancora nella parte finale del match. Poi, tra scelte tecniche diverse o infortuni, questo pacchetto non era più stato utilizzato.
Lo stesso Pavanel, appena arrivato, per molto tempo non ha potuto utilizzare Ghislandi che si era infortunato proprio in quei giorni. Ma ora il ragazzo dell’Atalanta, dopo qualche settimana di carburazione al rientro per entrare in condizione, sembra di nuovo pimpante. Adesso Pavanel spera di aver trovato finalmente la quadra nel reparto arretrato, in attesa che anche l’attacco inizi a sbloccarsi. Ma intanto, il primo mattoncino verso la salvezza passa proprio per una maggior solidità difensiva. Perché in effetti partire ogni volta da almeno un gol sotto, rende tutto ancora più difficile.
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